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Dissesto idrogeologico – Selezionate cinque priorità per 149 milioni

Cinque priorità per il fondo progettazione. Il plafond dedicato dal Governo a sbloccare gli elaborati fermi negli uffici tecnici delle Regioni stenta a prendere quota: il collegato ambiente, nel quale è stato inserito al Senato, era atteso all'approvazione in estate, ma è rimasto impantanato. Intanto, però, l'Unità di missione guidata da Mauro Grassi ha già sul piatto alcuni interventi urgenti, per i quali ci sono solo studi di fattibilità o, alla meglio, progetti preliminari. Saranno i primi a sfruttare il nuovo fondo, quando partirà.

Queste cinque opere valgono complessivamente 149 milioni di euro. Le due più importanti sono in Piemonte (62,6 milioni di euro) e in Emilia Romagna (55 milioni): si tratta, rispettivamente, della cassa di espansione del fiume Dora Riparia a Torino e della messa in sicurezza del nodo idraulico di Colorno a Parma. A questi si aggiungono 15 milioni per Roma, 11 milioni per Montesilvano, in provincia di Pescara, e 5,5 milioni per la città di Palermo. Sono tutti interventi di grande rilevanza, per il numero di persone interessate.

Così, la definizione dei loro elaborati progettuali potrebbe finire su una corsia preferenziale: «È chiaro che il fondo progettazione non è ancora partito – spiega Grassi – ma certamente è stato pensato per casi del genere. Quando verrà attivato, saranno i primi progetti in graduatoria».

Il fondo progettazione è stato pensato dal Governo a causa del grave ritardo delle Regioni nella preparazione degli elaborati per gli interventi contro il dissesto idrogeologico. Nel quadro del piano nazionale, pochi mesi fa, su richieste per 16.357 milioni di euro, sono arrivati a Palazzo Chigi progetti esecutivi per appena 875 milioni e definitivi per 2.029 milioni. Tutto il resto era al livello del progetto preliminare o dello studio di fattibilità. Da qui la scelta, ufficializzata dal Cipe nella riunione del 20 febbraio scorso, di assegnare 110 milioni a un fondo per la progettazione, che servirà appunto a finanziare la redazione degli elaborati, altrimenti condannata ad avanzare assai lentamente.

La regolazione di quel fondo, però, non passava solo dalla delibera Cipe. Per sbloccarlo serve anche una legge, che è stata individuata nel collegato ambientale, attualmente fermo in commissione Ambiente al Senato e completamente bloccato, dopo migliaia di emendamenti e mesi di discussione. "Le ultime notizie che abbiamo è che c'era la volontà politica di chiudere. Nel caso non ci si riuscisse, si potrebbe valutare il passaggio da altri provvedimenti", dice Grassi. Intanto, però, comincia già a formarsi la lista d'attesa per accedere al plafond.

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