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Crollo del viadotto in Sicilia, la Procura ordina il sequestro dei documenti sui lavori stradali

Ancora nessun indagato per lo smottamento del manto stradale dello Scorciavacche, lungo la Statale Palermo-Agrigento, appena inaugurato. L’opera è costata 13 milioni
La Procura di Termini Imerese (Palermo), che coordina l’inchiesta sul crollo del viadotto Scorciavacche, sulla Statale Palermo-Agrigento, avvenuto a pochi giorni dalla sua inaugurazione, disporrà il sequestro «di tutta la documentazione relativa ai lavori».

Lo annuncia all’Adnkronos il Procuratore capo Alfredo Morvillo, che si occupa della vicenda in prima persona. «Quanto accaduto è un fatto molto grave – dice Morvillo – Adesso bisogna vedere cosa è successo, ma per ora possiamo fare solo ipotesi». Al premier Matteo Renzi, che ieri ha chiesto il nome del responsabile, il Procuratore Morvillo, fratello di Francesca Morvillo, morta con Giovanni Falcone nella strage di Capaci, dice: «Noi assicuriamo, come Autorità giudiziaria, che la nostra parte di competenza è già in movimento. Abbiamo già disposto il sequestro dell’area e oggi ci accingiamo a quelle attività di indagine indispensabili, dal punto di vista documentale, con il sequestro dei documenti sulla realizzazione dell’opera pubblica».

L’opera stradale siciliana ha battuto due record: l’anticipo di tre mesi sulla consegna dei lavori (avvenuta il 23 dicembre anziché nel marzo successivo come prevedeva il contratto) e la chiusura per crollo, poco dopo, di un pezzo di quella stessa opera. Il viadotto crollato rientra nel progetto esecutivo approvato dall’Anas in un tratto della Statale 121 compreso dal km 14,4 al km 48, per un importo di oltre 295 milioni di euro, denominato «Lotto 2». Il costo dell’opera è stato di circa 13 milioni.

Per il crollo, avvenuto pochi giorni dopo l’inaugurazione, non ci sono ancora iscritti nel registro degli indagati, ma i primi avvisi di garanzia potrebbero scattare a breve. Come spiega ancora il Procuratore Morvillo: «Dobbiamo fare delle verifiche preliminari per eseguire degli accertamenti tecnici. Se si tratta di atti irripetibili allora, a garanzia delle persone interessate, dovranno scattare gli avvisi di garanzia. Se invece si tratta di attività tecniche suscettibili di essere ripetute, non abbiamo bisogno di fare scattare i meccanismi previsti per atti irripetibili».

 Matteo Renzi, prima con un Tweet e poi su Facebook ha assicurato che «è finito il tempo degli errori che non hanno mai un padre. Pagheranno tutto» e afferma di aver chiesto all’Anas i nomi dei responsabili. Gli ha fatto eco il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il quale aggiunge che si tratta di «un fatto inaudito e inaccettabile».

 La procura indagherà in particolare sui materiali utilizzati dalle ditte che hanno lavorato al lotto 2A delle opere che riguardano 34 km di asfalto, da Bolognetta fino ai pressi di Palermo. Nel mirino dei magistrati sono le imprese che hanno eseguito i lavori.