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Auto, 2014 ok dopo sei anni di calo: immatricolazioni in Italia su del 4,21%

A quota un milione e 359mila le nuove vetture sul mercato italiano, primo anno positivo dopo sei anni di crisi. Dato comunque inferiore del 45% rispetto ai livelli registrati nel 2007.

Cresce del 4,21% il mercato delle auto in Italia nel 2014. È quanto emerge dai dati sulle immatricolazioni resi noti dal ministero dei Trasporti. In crescita, con vendite a quota 91.518, dicembre (+2,35% rispetto al 2013), anche se in rallentamento sul +4,95% di novembre. «Dopo sei anni di crisi – commenta Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor – il 2014 è il primo anno positivo».

Le vetture immatricolate in Italia sono state 1.359.616. Un numero, aggiunge Quagliano, «inferiore rispetto al 2007 del 45,5%. Il terreno da recuperare per tornare a livelli di mercato normali è dunque ancora molto lungo».

Il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles ha immatricolato nel 2014 377 mila auto, lo 0,75% in più rispetto al 2013, con una quota di mercato del 27,7 per cento.

Quello di dicembre, ricorda l’Anfia, a cui aderiscono le aziende della filiera dell’auto, «è settimo rialzo mensile consecutivo, seppur con volumi ancora bassi per questo mese». «Questa chiusura d’anno può essere letta come un segnale di incoraggiamento – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente dell’Anfia – per un settore che da anni accusa i colpi della crisi economica e che ha bisogno, per la sua stessa salvaguardia e rilancio, di ripristinare livelli di mercato fisiologici per un Paese come il nostro, ovvero intorno a 1,8 milioni di unità all’anno». 

Un dato da interpretare per Federauto: «Rispetto al 2013 abbiamo registrato un +4,2%, ma rispetto al 2012, che tutti considerano un anno orribile, abbiamo perso ancora un -2,9%. È per questo che bisogna pesare e contestualizzare un dato che sembrerebbe positivo, ma non lo è» sottolinea il presidente Filippo Pavan Bernacchi.

Per il Centro Studi Promotor, comunque, non si tratta del frutto di un’inversione di tendenza dell’economia, quanto piuttosto conseguenza della «funzione insostituibile dell’automobile nel sistema dei trasporti del nostro Paese». Il progressivo invecchiamento del parco auto circolante ha fatto sì che «molti italiani con vetture non più in grado di assolvere alle loro funzioni sono stati alla fine costretti a sostituirle. Queste “sostituzioni forzose” sono cominciate nel 2014 e continueranno anche nel 2015, indipendentemente dalla ripresa dell’economia». Quest’anno, prevede Quagliano, le immatricolazioni dovrebbero toccare quota 1.430.000 unità, superiore del 5,18% al risultato del 2014.

Un capitolo a parte meritano le misure a sostegno del settore da tempo invocate da produttori e rete commerciale. Con un inizio d’anno che ha visto da un lato la sterilizzazione dell’aumento delle accise sui carburanti che avrebbe dovuto entrare in vigore dal primo gennaio e dall’altro, il consueto aumento dei pedaggi autostradali, nella misura dell’1,5%, aumento.

«Non si possono ignorare gli elementi di debolezza che ancora caratterizzano il nostro mercato» ha aggiunto Vavassori, riferendosi ad esempio al mercato delle auto aziendali, «penalizzato da una fiscalità non equa rispetto a quella degli altri maggiori mercati europei», così come ai privati: «Alla perdita di capacità di spesa delle famiglie, si aggiunge, come aggravante, l’inasprimento delle imposizioni fiscali sull’auto».

Cresce anche il mercato dell’usato, con 4.248.229 trasferimenti di proprietà di auto usate registrati nel corso del 2014, il 2,58% in più rispetto a gennaio-dicembre 2013.

Guardando all’Europa, emerge il risultato deludente della Francia, che ha registrato nel 2014 un aumento di appena lo 0,3% dopo aver toccato, nel 2013, il livello più basso da 15 anni, come annunciato dal Comitato dei costruttori francesi di automobili (CCFA). In Spagna invece le immatricolazioni sono cresciute del 18,4% rispetto a un anno fa, a quota 855.308 unità, grazie alla spinta delle agevolazioni introdotte.