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Appalti, Cantone «perno» della riforma: tutti i nuovi poteri dell’Anac

Interprete delle norme, dispensatore di rating a imprese e amministrazioni, poliziotto (con funzioni di controllo anche in cantiere) e giudice del mercato da dotare di nuove armi per sanzionare chi scantona dai binari. L'Autorità Anticorruzione è il "perno" del nuovo testo base per la riforma appalti presentato in Parlamento dai relatori Stefano Esposito (Pd) e Marco Pagnoncelli (Fi). Impossibile non notare la differenza con il disegno di legge varato dal governo nel Consiglio dei ministri del 29 agosto, che non nominava l'Anac in nessuno dei 14 principi contenuti nell'originaria delega al governo. I primi mesi di attività della rinnovata Authority e la doppia audizione di Cantone in Commissione hanno evidentemente lasciato il segno in Parlamento.

Gare e qualificazione
Il ventaglio di funzioni assegnate all'Authority è non poco arricchito dalla delega. Un primo pacchetto di nuovi compiti riguarda il momento delle gare e la qualificazione al mercato degli appalti pubblici. La delega assegna all'Anac il compito di tenere due nuovi «albi nazionali». Il primo riguarda l'elenco dei commissari di gara. Dovranno essere scelti tra soggetti di comprovata moralità e professionalità e selezionati tramite sorteggio da una lista di candidati ristretta fornita alle Pa «che ne facciano richiesta». Il secondo albo è quello delle stazioni appaltanti abilitate a gestire le procedure di gara sulla base della «capacità tecnico-organizzativa». La delega non ne parla direttamente, ma non è difficile immaginare che l'Anac dovrà avere un ruolo anche nell'attribuzione dei criteri di reputazione su cui saranno valutate le imprese.

Guida e indirizzo del mercato
Ovviamente non finisce qui. Il cuore dei nuovi compiti richiesti all'Anticorruzione è infatti il rafforzamento del ruolo di regolatore e controllore di mercato. Da questo punto di vista la delega opera su due piani. Da una parte attribuisce a Cantone il compito di principale interprete della normativa. Qui entra in scena la cosiddetta «soft law»: ovvero il compito di indirizzare gli operatori attraverso linee guida, bandi tipo, determinazioni, delibere, pareri. Tutte cose che l'Anac già fa. Ma che verranno rafforzate, con nuovi strumenti (potere di raccomandazione, interventi cautelari). Ma soprattutto dal fatto di prevedere l'obbligo per la Pa di adeguarsi al provvedimento («efficacia vincolante»). Cosa che invece oggi è lasciata alla libera scelta dei destinatari dei provvedimenti. Sia nel caso di provvedimenti di tipo generale come i bandi-tipo e le linee guida, sia di atti richiesti da amministrazioni e imprese, come i pareri di precontenzioso o l'interpretazione delle norme.

Vigilanza e controlli
L'ultima novità riguarda il contrasto ai fenomeni di corruzione a valle delle gare per l'assegnazione dei contratti. Dunque, durante l'esecuzione dei lavori o dei servizi. Anche qui la delega chiama in casa l'Authority. Anche se non esplicitamente, ma facendo comunque riferimento a «poteri di vigilanza e controllo sull'applicazione delle norme in materia di appalti pubblici, con particolare riguardo alla fase di esecuzione della prestazione, finalizzati ad evitare la corruzione e i conflitti d'interesse ed a favorire la trasparenza».