Paolo Costa ricopre attualmente uno dei ruoli chiave in materia di infrastrutture: A livello europeo, è il Presidente del gruppo di esperti numero 4 e numero 5 per le TEN-T (Trans-European Networks), istituiti dalla Commissione Europea per la revisione delle reti di trasporto del Vecchio Continente.
“Strade & Autostrade”: “Rispetto alla loro prima redazione, quali sono stati i principali cambiamenti apportati alle reti TEN-T?”.
“Paolo Costa”: “Ad Ottobre 2011 la Commissione Europea ha prodotto una proposta relativa alla revisione della rete Transeuropea di Trasporto TEN-T. La revisione si è resa necessaria a fronte del modificarsi degli obiettivi che la rete stessa si pone. Nata per integrare il mercato interno, la rete TEN-T oggi deve essere in grado di connettere l’Europa anche con il mondo. Dei 30 progetti inizialmente previsti nel 2004, la Commissione Europea ne ha selezionati nove super-prioritari, sui quali concentrerà tutte le risorse disponibili per la TEN-T, e ne ha aggiunto uno, il Corridoio Adriatico-Baltico, precedentemente non incluso”.
“S&A”: “Come sono stati selezionati questi dieci progetti?”.
“PC”: “Sono stati individuati quelli in grado di connettere efficacemente tutti i nodi (urbani, portuali, aeroportuali) di scambio di merci e persone fra l’Europa e il mondo”.
“S&A”: “Quali di questi progetti riguardano l’Italia?”.
“PC”: “Sono quattro: i Corridoi Mediterraneo, Helsinki-La Valletta, Genova-Rotterdam e Adriatico-Baltico. Ma la rete non riguarda solo gli archi. Anche i nodi sono rilevanti: porti, aeroporti e nodi urbani ricompresi nella revisione della rete TEN-T saranno oggetto di cofinanziamento europeo”.
“S&A”: “Ecco, dunque, che diventano fondamentali gli investimenti infrastrutturali per adeguare il porto di Venezia. Si parla molto, in proposito, del progetto del nuovo terminal d’altura”.
“PC”: “Esatto. L’iter procedurale per il nuovo terminal d’altura prosegue infatti spedito: ha già incassato numerosi avvalli, sia dal Governo italiano che dall’Unione Europea”.
“S&A”: “L’obiettivo è quello di ospitare le grandi navi portacontainer da 18-20.000 TEU che nei prossimi anni solcheranno i nostri mari?”.
“PC”: “Sì, dobbiamo rispondere a un’esigenza che si porrà già nei prossimi cinque anni. Queste navi richiedono banchine lunghe e pescaggi profondi”.
“S&A”: “Come faranno i container a raggiungere la terraferma per essere caricati su treni e camion?”.
“PC”: “Attraverso una soluzione innovativa, denominata “mama vessel”. Verranno utilizzate chiatte (cassette) da 216 TEU che, una volta caricate, potranno essere trasportate a coppie con navi semi affondanti chiamate appunto mama vessel (432 container a viaggio). A queste verranno abbinate le “steel frame crane”, speciali gru di ultima generazione ad alta velocità, capaci di gestire e suddividere contemporaneamente i container”.
“S&A”: “Dove toccheranno terra le chiatte?”.
“PC”: “Si sfrutteranno tutte le direttrici che il terminal d’altura potrà servire: Chioggia, Porto Levante, il nuovo terminal container di Marghera in area ex Montefibre-Sindyal, Mantova e Milano via fiume”.
“S&A”: “Quali sono questi quattro obiettivi?”.
“PC”: “Primo, l’eliminazione della tassa logistica che costringe il Nord-Est ad una capacità competitiva inferiore, e quindi un apporto alla ripresa economica del Paese. Secondo, la messa in valore di un’infrastruttura – quella fluviale – ampiamente sottoutilizzata che consentirà di dare anche alla Lombardia e ai mercati della Pianura Padana uno sbocco diretto al mare. Terzo, la valorizzazione di tutto il patrimonio di aree e infrastrutture preesistenti a Porto Marghera che possono dare nuovo impulso all’occupazione e all’economia dell’hinterland. Quarto, la salvaguardia di Venezia e della Laguna”.
“S&A”: “A che punto sono i lavori per la costruzione del nuovo terminal di Fusina dedicato alle Autostrade del Mare?”.
“PC”: “Entro il 2013 si concluderanno i lavori nell’area ex Alumix di Fusina per la realizzazione del nuovo terminal ro-ro: sarà composto da due darsene con quattro banchine capaci di ospitare contemporaneamente quattro navi e una piattaforma logistica dotata di nuovi fabbricati e magazzini, piazzali portuali e parcheggi per un’area complessiva di 36 ettari. Il progetto prevede la realizzazione in partenariato pubblico-privato con un investimento complessivo pari a 193 milioni di Euro”.
“S&A”: “Quale Società ne sta curando la realizzazione?”.
“PC”: “Si tratta della società di progetto Venice Ro-Port MoS. Un soggetto al quale l’Autorità portuale di Venezia ha affidato la progettazione, la costruzione e la gestione come concessionario del nuovo terminal”.