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La stesa di lastre in calcestruzzo con il metodo del doppio strato

Dalle tecnologie Wirtgen, considerazioni sul doppio strato quale alternativa da apprezzare e percorrere

La stesa di lastre in calcestruzzo con il metodo del doppio strato

Le pavimentazioni rigide, limitate in Italia perlopiù all’ambito aeroportuale, nel mondo sono sempre più spesso considerate una possibile e valida alternativa alle pavimentazioni flessibili. La pavimentazione in doppio strato “fresco su fresco” rappresenta, in un certo senso, lo stato dell’arte perché consente di raggiungere un elevato standard qualitativo.

Immagini

  • La posa dell’armatura e la finitura vengono realizzate dalla macchina o in forma manuale
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    La posa dell’armatura e la finitura vengono realizzate dalla macchina o in forma manuale
  • Il treno di lavorazione per la stesa in doppio strato
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    Il treno di lavorazione per la stesa in doppio strato
  • La SP850
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    La SP850
  • La SP1200
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    La SP1200
  • La SP1500
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    La SP1500

Le pavimentazioni in calcestruzzo danno prova di una maggiore economia complessiva; in molti Paesi europei la pavimentazione in calcestruzzo è spesso un’alternativa oggetto di valutazione da parte di Enti appaltanti e Progettisti.

Al di fuori dell’Europa, inoltre, sono molti i Paesi che guardano con attenzione o che si stanno convertendo a questa soluzione, complice anche il costo del bitume sempre più elevato e imprevedibile.

La pavimentazione rigida tradizionale generalmente prevede una lastra di spessore variabile (tipicamente tra 20 e 25 cm), posata su uno strato di misto cementato ancorché siano possibili altre soluzioni progettuali. Le lastre possono inoltre prevedere diversi tipi di armatura.

La realizzazione prevede tipicamente l’utilizzo di una finitrice a casseforme scorrevoli (Slipform) di dimensione adeguate.

Dal punto di vista del materiale, si utilizzano preferibilmente miscele di classe di consistenza S1 che vengono fluidificate ed estruse grazie a un adeguato numero di vibratori elettrici del tipo a gomito.

La logistica è piuttosto semplice: l’alimentazione avviene davanti o di fianco alla macchina. L’eventuale posa dell’armatura e la finitura vengono realizzate dalla macchina stessa o in forma manuale.

Anche se ancora la maggior parte dei progetti si affida al tradizionale monostrato, negli ultimi anni per progetti dove è richiesto un elevato standard qualitativo è stata sviluppata, soprattutto in Germania ed Austria, la tecnologia della stesa in doppio strato realizzata “fresco su fresco”. In questo modo, ad indurimento avvenuto la sezione si presenta di fatto come una struttura monolitica.

D’altra parte, poter garantire durabilità e caratteristiche di aderenza a quella parte della pavimentazione che è a contatto con il traffico è da sempre un imperativo per tutti i tipi di pavimentazione. Uno strato di qualità può essere inoltre dotato di proprietà fonoassorbenti e/o drenanti. Vi è dunque la possibilità di sperimentare una estesa gamma di soluzioni, soprattutto con la finitura ottenuta con il metodo dell’aggregato esposto che oggi sempre più sta prendendo piede. D’altra parte, investire su un aggregato e una miscela ad elevato profilo qualitativo per l’intero spessore renderebbe la pavimentazione sicuramente antieconomica.

Per contro, uno strato inferiore più spesso ricoperto da uno superiore sottile consente di poter selezionare materiali di elevato pregio dove essi davvero servono pur restando aperta l’opzione di poter usufruire per la parte inferiore, più cospicua in volume, di una ampia gamma di materiali.

Tuttavia, la stesa in doppio strato richiede una organizzazione di cantiere e di impianto più impegnativa e la logistica deve essere pianificata con attenzione. In estrema sintesi, per ottenere una stesa in doppio strato, fresco su fresco, sono richieste due Slipform in tandem (ma sono disponibili anche unità singole allestite allo scopo), a brevissima distanza una dall’altra, un alimentatore in grado di portare materiale alla seconda macchina e la produzione di due miscele di calcestruzzo distinte.

In linea di principio, qualsiasi macchina Wirtgen per lastre può essere utilizzata per un doppio strato a partire dalla SP500, attraverso la SP850 o la SP1200. Tipicamente però le macchine preposte sono la SP1500 e la SP1600 che sono anche quelle che consentono le maggiori larghezza di stesa, 15 e 16 m rispettivamente.

Nel caso della 1500, si può utilizzare – per una delle due unità – anche una SP1500L, che è una versione Light a due cingoli della SP1500. Qualsiasi sia l’unità prescelta, il principio del treno di lavorazione rimane immutato.

Il processo risulta pertanto altamente automatizzato e con livelli qualitativi molto elevati. Va da sé che un simile dispiegamento di mezzi e una logistica di impianti di betonaggio complessa si giustifica per progetti molto importanti e di significativo sviluppo.