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Ferrovie dello Stato, 26 miliardi destinati alle infrastrutture

Negli ultimi tre anni Fs ha bandito 1.188 nuove gare per un valore complessivo di 53 miliardi di euro

 L’AD di FS Luigi Ferraris rivendica quando, nel commentare i conti, evidenzia come «il 2023 ha segnato un anno record per gli investimenti di Ferrovie dello stato che hanno superato i 16 miliardi di euro, un livello mai registrato nella storia del gruppo».

Un impegno notevole, rimarca ancora il ceo, «in termini di capacità e sviluppo per l’ammodernamento infrastrutturale del Paese, a cui contribuiscono anche i fondi assegnati con il Pnrr, di cui FS è la principale assegnataria con oltre 26 miliardi». E dei quali, certificano i numeri diffusi, risultano spesi 8 miliardi di euro, pari a circa il 30% delle risorse previste, in linea con il cronoprogramma.

Nonostante lo scenario caratterizzato da crisi geopolitiche, rallentamento dell’economia mondiale, inflazione elevata, «il gruppo Fs nel triennio 2021-2023 si è posizionato al centro dell’ecosistema della mobilità con investimenti per 40 miliardi di euro, ha portato avanti il piano di assunzioni con oltre 30.000 nuove assunzioni e riorganizzato la struttura del gruppo e la strategia internazionale, confermando il proprio ruolo a sostegno del sistema economico e industriale del Paese».

Rispetto al monte di 40 miliardi di investimenti, dalla nota diramata a valle del cda, si evince che 26 miliardi di euro sono stati destinati alle infrastrutture ferroviarie, 8 miliardi di euro alla rete stradale, oltre 5 miliardi di euro al rinnovo del materiale rotabile e un miliardo alla logistica, alla rigenerazione urbana e al miglioramento delle tecnologie.

Negli ultimi tre anni, poi, Ferrovie ha bandito 1.188 nuove gare per un valore complessivo di 53 miliardi di euro. E, sul fronte internazionale, indicato da Ferraris come uno dei principali driver dello sviluppo del gruppo, sono stati registrati oltre 2 miliardi di euro di fatturato, con una crescita superiore all’80% rispetto al 2020, grazie al lancio dell’Alta velocità in Francia e Spagna e allo sviluppo della logistica sul mercato dell’Europa centrale integrato con l’Italia.