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Per un cavillo non si può fare il guardrail, sull’Autostrada muoiono tre persone

(Come riportato da Carlotta Rocci – “La Repubblica”)
L’incidente di martedì con tre vittime sulla bretella tra Ivrea e Santhià riporta l’attenzione sulla gara per la gestione e su un paradosso del regolamento

Concessioni autostradali scadute, impantanate in questioni giudiziarie, interventi per la sicurezza mai eseguiti perché bloccati dalla burocrazia, progetti inviati al Ministero e rimasti senza risposta. Nessuno può affermare oggi che le questioni siano collegate, ma con questo scenario sullo sfondo, martedì sera, sulla bretella Ivrea-Santhià si è verificato un incidente costato la vita a una famiglia, padre, madre e un ragazzino di 15 anni.

La loro Panda ha saltato uno spartitraffico senza guard- rail, colpito una Yaris, ribaltandosi in una scarpata.

La questione delle concessioni di una parte delle autostrade del Torinese è ferma da tre anni. La storia inizia nel 2019 con un bando di gara che vale circa due miliardi di euro: riguarda l’affidamento per 11 anni e dieci mesi dell’A21 Torino- Piacenza, dell’A5 Torino- Quincinetto, della bretella di collegamento Ivrea-Santhià, della diramazione Torino- Pinerolo e delle tangenziali di Torino.

Alla gara partecipano alcune società di Astm, parte del gruppo Gavio che già gestiva l’A21, e il Consorzio Stabile Sis, gruppo italo spagnolo guidato dalla famiglia Dogliani. Il raggruppamento Astm viene escluso in sede di pre qualifica ma poi riammesso e alla fine si aggiudica il punteggio migliore (93,40 su 100).

Ma prima il Tar e poi il Consiglio di Stato confermano la sua l’esclusione: non avrebbe potuto partecipare perché – secondo la commissione di gara – alla capofila mancava un requisito che tutti gli altri soci del raggruppamento avevano. Astm ovviamente fa ricorso fino al Consiglio di Stato contro la decisione dei giudici e contro la decisione del Ministero di procedere (a giugno dell’anno scorso) all’aggiudicazione del bando al Consorzio Stabile Sis. A novembre arriva la sospensione dell’aggiudicazione provvisoria, e poche settimane fa, a luglio, è stata discussa l’udienza di merito davanti al Consiglio di Stato. Ma una sentenza ancora non c’è.


Così l’affidamento è sospeso da quasi tre anni e i vecchi gestori delle tratte autostradali continuano, per legge, a gestirle con concessioni ormai scadute. Quella di Ativa, che gestisce un pezzo di A5, tangenziali e bretelle autostradali è scaduta nel settembre 2016.

Quell’anno il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti bocciò, per la prima volta, il project financing che conteneva tra, decine di interventi, anche l’installazione di un guard- rail sulla bretella Ivrea– Santhià dove oggi le carreggiate sono divise da un’ampia striscia erbosa che rispetta tutte le norme di legge ma che – se ne era resa conto anche Ativa – avrebbe potuto diventare più sicura con una barriera diversa.

Il Ministero non entrò nel merito delle proposte ma bloccò gli interventi perché al decreto 50 sui lavori pubblici era stato aggiunto un comma che impediva alle concessionarie in scadenza di presentare progetti di quel genere. L’obiettivo era chiaro: impedire che lunghi cantieri diventassero il pretesto per una proroga dell’affidamento.

Da quella volta Ativa ha provato a presentare al ministero il progetto dello spartitraffico molte altre volte: «Un centinaio di progetti che abbiamo presentato al ministero e che non sono mai stati approvati dal ministero. Sono tutti interventi legati alla sicurezza», spiegano da Ativa. Fanno parte dell’elenco il nodo idraulico di Ivrea, il rinnovamento delle protezioni dei sovrappassi dei tratti autostradali, il rifacimento di alcune zone di asfalto.

Eppure da quando è scaduta la gestione Ativa, la società ha investito in interventi per la sicurezza circa 130 milioni di euro, interventi necessari per la sicurezza e per adeguarsi alle ultime linee guida per la manutenzione di strade e autostrade.

Questi interventi, come quelli realizzati daSatap sull’A21, realizzati in regime di prorogatio dovranno poi essere riconosciuti dal Ministero in quanto opere per la sicurezza ma riguardano solo una parte di tutti i lavori di cui i tratti autostradali avrebbero bisogno.


La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio stradale sull’incidente di martedì nel quale si registrano anche altri quattro feriti. Antonino Marsala, 40 anni, Raffaella Magliaro, 32 anni Lorenzo, 15 anni, erano partiti dall’Inghilterra, dove vivono.

Stavano tornando ad Agrigento, la loro città d’origine per le vacanze. La polizia stradale di Torino indaga per chiarire cosa abbia causato la brusca sterzata della Panda con cui ha invaso la corsia opposta.