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Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili Giovannini: reingegnerizzare il processo per arrivare alla realizzazione delle opere

(Come riporta una nota de “Le strade dell’informazione”)

Il Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, è intervenuto a Radio 24 su alcuni temi di stretta attualità per il settore tra cui il processo delle opere. “Stiamo lavorando – spiega il ministro – con una commissione insieme con il ministro Brunetta con la partecipazione della Corte dei Conti, il Consiglio di Stato e l’Anac per identificare soluzioni che consentano più che semplificare di reingegnerizzare il processo per arrivare alla realizzazione delle opere.

Secondo uno studio di Banca Italia per opere al di sopra dei 5 milioni di euro ci vogliono dieci anni o più e molte delle opere del Recovery sono superiori a queste cifre. Noi però dobbiamo farle in cinque anni”. Giovannini è intervenuto anche sulla fase della progettazione che “è limitata dalle competenze nelle stazioni appaltanti ma questo non ha nulla a che vedere con il Codice; si risolve immettendo delle forze nuove nelle amministrazioni pubbliche. 

La reingegnerizzazione ci consentirebbe di velocizzare. È una questione più ampia del Codice. Gli strumenti sono diversi”. Il ministro è anche entrato nel merito del ricorso al dibattito pubblico nelle fasi iniziali delle opere.  

Le missioni che riguardano infrastrutture e mobilità sostenibile hanno a che fare più o meno con 50 miliardi dei 200. Questo ministero ha lavorato molto bene nel valutare i progetti. Stiamo ancora lavorando – evidenzia Giovannini -. C’è bisogno di limare qualcosa ma siamo molto avanti”. Il ministro poi fa presente che una cosa sono i “progetti” altra cosa è la “realizzazione”. Ed è con questa chiave che racconta di aver “avviato un confronto con gli stakeholder che durerà per tutto il tempo del Piano”. 

Giovannini parla di “dibattito pubblico”; lo ritiene “essenziale” perché senza “avere un dialogo con la società civile rischiamo di avere blocchi ingiustificati per mancanza di informazioni”.

Per questo mette in evidenza che “nelle procedure attuali il dibattito pubblico parte un po’ tardi, se lo anticipassimo alle fasi precedenti anche la progettazione esecutiva potrebbe avvalersene”; cosa che ricorda di aver “fatto ora” sull’alta velocità Salerno Reggio Calabria. “In questo caso il dibattito pubblico non verrebbe vista come l’ultima possibilità”.

All’interno del ministero – conclude – nel fissare gli obiettivi per i dirigenti “ho inserito più coerenza con le infrastrutture sostenibili, più rapidità nella preparazione dei decreti attuativi”, e un maggior “monitoraggio sulle inadempienze” per esempio dei fornitori.