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Sulle smart roads viaggia la tutela della privacy

Sono intelligenti. Anche troppo, forse. Perché smart roads e automobili connesse rappresentano, almeno in prospettiva, un potenziale rischio per la privacy.

Qualche campanello di allarme, in tal senso, si raccoglie tra addetti e non addetti ai lavori. Internet, ormai, è ovunque e questo consente alle vetture di dialogare, in tempo reale, con quanti interessati. Per rimanere alla strada, si riescono ad acquisire informazioni utili per il complessivo monitoraggio della rete viaria. Nel contempo, altra faccia della medaglia, si inviano, informazioni sulle abitudini personali (percorsi preferiti, luoghi visitati, orari di permanenza fuori dalla propria abitazione, stile di guida, ecc.). Si tratta di una notevole mole di dati trasmessi, oltre che da persona a persona, pure a quanti sono (potenzialmente) interessati a utilizzarli per fini statistici, commerciali, aziendali.

La legittima  e orwelliana preoccupazione rispetto al loro ipotetico uso è oggetto di attenzione da parte delle alte sfere. Le Autorità europee garanti per la protezione dei dati, infatti, hanno focalizzato l’attenzione sulle potenzialità scaturenti dall’Internet of Thing. Non siamo al Big Brother ma è, comunque, opportuna una riflessione sull’ambaradan tecnologico, sia in termini di hardware sia di software, che ci circonda. In maniera, a volte, oltremodo pervasiva.

Le possibili soluzioni per contrastare sgradite intromissioni nella propria sfera riservata? Si potrebbe, intanto, garantire la possibilità, a chi è al volante, di disconnettersi dal sistema o, quanto meno, di personalizzarlo sulla base delle info che si vogliono condividere. In più, si dovrebbe sempre essere a conoscenza delle finalità e delle modalità di raccolta, trattamento e conservazione dei dati.

L’adozione di una quanto più mirata normativa comunitaria, quindi, può fare chiarezza, uniformare gli adempimenti previsti e mettere qualche paletto a chi, furbescamente, tende a tracimare nell’utilizzo delle notizie acquisite. Senza dimenticare, aspetto non marginale, che le nuove tecnologie contribuiscono a migliorare la circolazione, con ritorni positivi in termini di sicurezza stradale.