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Sicurezza stradale, con una maggiore sorveglianza diminuiscono gli incidenti

In tema di manutenzione e sicurezza stradale, il convegno “La buona strada”, svoltosi nei giorni scorsi, ha evidenziato, tra l’altro, come la riduzione degli interventi di manutenzione delle arterie, sia in termini di qualità sia di quantità, rischi oramai di avvicinare il sistema-Paese a un rischioso punto di non ritorno. Quello, per intenderci, di un inesorabile degrado della rete viaria nazionale (più di 660.000 km escluse le strade vicinali e, per ovvie ragioni, le autostrade a pedaggio). Il che vuol dire, per intenderci, l’annullamento degli sforzi economici compiuti da almeno tre generazioni di contribuenti italiani. In danno importante, dunque.

Strettamente collegato al tema della manutenzione c’è quello della sicurezza stradale, con i suoi agghiaccianti costi umani e sociali. 

Che fare, allora, per invertire questo preoccupante trend?

Al puntuale intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio (nella foto con Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas Spa) che ha tratteggiato le linee d’intervento del Governo rispetto a questa problematica si sommano le indicazioni di Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Sul fronte della manutenzione, ha evidenziato, si tratta di recuperare risorse non già mediante tasse o balzelli aggiuntivi, opzione incompatibile con il quadro macroeconomico, ma attraverso un diretto e inderogabile impiego ai soli fini manutentivi dei proventi contravvenzionali da Codice della Strada.

Sul fronte della sicurezza, poi, bisogna aggredire quell’80% d’incidentalità che vede come causa unica, o prevalente, del sinistro il comportamento umano alla guida. Si rende, in tal senso, necessario incrementare, il più possibile, il numero di controlli su strada. Numero che, per arrivare ai livelli di Francia e Germania, dovrebbe quantomeno quintuplicare. L’effetto deterrente, ossia il vero fattore migliorativo dei comportamenti, non è dato solo dalla severità e certezza della sanzione (benché importanti) ma, anche, se non soprattutto, dalla ragionevole probabilità di incorrere nell’intervento dell’Autorità competente quando si trasgrediscono le regole alla base di una condotta di guida sicura.

Si tratta di due ipotesi di lavoro, insomma, che, a prescindere dagli orientamenti e dai dibattiti circa la strategia di lungo periodo, appaiono di taglio pratico. Quasi immediatamente percorribili. Condivisibili, e condivise, dalla platea di Enti proprietari di strade, nazionali e locali.