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Intesa a metà sulla Valdastico tra provincia di Trento e Veneto

È una intesa a metà quella raggiunta giovedì a Roma sulla Valdastico Nord tra Ugo Rossi, Presidente della Provincia Autonoma di Trento e Luca Zaia Presidente del Veneto davanti al Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Le parti infatti hanno trovato un accordo solo «procedimentale», sulla volontà cioè di arrivare a un accordo (dopo anni di muro contro muro) sul completamento dell'autostrada Valdastico fino alla A22, e sul percorso che porterà all'accordo pieno (nel merito). 

Non è dunque arrivato l'accordo pieno, con anche l'intesa della Provincia di Trento all'opera in base alla legge obiettivo, come speravano Palazzo Chigi e il Ministro Delrio. Solo l'«accordo procedimentale», dunque, sarà portato al Cipe entro il 30 giugno, per poi permettere al Ministero delle Infrastrutture di chiedere a Bruxelles ulteriori 18 mesi per arrivare alla approvazione del progetto definitivo per il completamento della Valdastico Nord. 

Era infatti l'approvazione del definitivo della Valdastico Nord, la condizione che la UE aveva fissato, nel 2009, per concedere la proroga dal 2013 al 2026 della concessione della Autostrada Brescia Padova, titolare dell'opera, condizione che doveva essere soddisfatta entro il 30 giugno 2015. Entro martedì non ci sarà questa approvazione, ma la presa d'atto del governo dell'intesa di Veneto e provincia di Trento di arrivare presto a un accordo. Basterà per convincere la Commissione Ue che la condizione del 2009 è stata rispettata?

Solo mercoledì, dopo la riunione del Pre-Cipe, la Regione Veneto aveva dato per raggiunto il via libera all'infrastruttura, immediatamente smentita dalla Provincia di Trento con un comunicato nel quale si ribadiva il mantenimento del no al completamento dell'autostrada.

La realtà è come sempre più complessa. Partiamo dall'intesa di ieri. Il verbale certifica «la formale disponibilità delle parti per una intesa che porti all'esecuzione del progetto». Letta così sembra un via libera all'opera; ma per arrivare a questa intesa, che quindi ancora non c'è – come sottolinea Trento – si istituisce un comitato paritetico tra Ministero, Provincia Autonoma di Trento e Regione Veneto che ha proprio il compito di arrivare ad ottenere l'ok di Trento. 

La Provincia Autonoma si fa forte della sentenza della Consulta che definisce indispensabile il suo via libera per il completamento dell'opera. A meno di una settimana dalla data ultima per la presentazione del progetto definitivo, le parti insomma si sono accordate sulla opportunità di chiedere a Bruxelles altri 18 mesi per arrivare ad una intesa. Certo, come fanno notare fonti del governo, sarebbe stato meglio chiedere "i tempi supplementari" forti di un accordo vero tra le parti. Ma bisognerà fare di necessità virtù e lavorare su quello che con qualche acrobazia linguistica è stato definito "un accordo di processo" sperando che basti.

Il presidente della Provincia di Trento intanto, anche per ragioni di consenso locale, butta acqua sul fuoco e dice che non è cambiato nulla. Trento è disponibile a esaminare proposte del Veneto diverse da quelle attuali e in ogni caso non lega il suo via libera al progetto della Valdastico Nord ma a una più ampia convergenza di vedute su tutte le questioni legate ai trasporti tra le due regioni: Rossi sottolinea che la Provincia ha puntato da anni sull'intermodalità gomma-ferrovia, sostiene il progetto del Tunnel di Base del Brennero e che quindi la questione della Valdastico deve essere considerata nell'insieme delle politiche di trasporto e non semplicemente come il prolungamento di una autostrada. Sul piatto c'è anche la questione della Valsugana, con la superstrada a pedaggio che il Veneto ha già dichiarato di pubblico interesse e che "scaricherebbe" un flusso insostenibile di camion verso Trento e la Val d'Adige.

I puntini sulle "i" messi da Trento hanno consigliato al presidente veneto Luca Zaia, una maggiore cautela. E' chiaro però che un obiettivo sia pure parziale è stato raggiunto: portare Trento a un tavolo negoziale e concordare con il Governo la richiesta a Bruxelles di tempo per salvare la concessione della Autostrada Brescia Padova. Per arrivarci Zaia è disposto a sacrificare la superstrada della Valsugana, pur sapendo delle difficoltà che dovrà affrontare con i promotori del project. 

Ma allo stesso tempo il presidente del Trentino Rossi sa che, ottenuto il sostegno del Governo alla proroga in house della Autobrennero, un obiettivo irrinunciabile per tutto l'Alto Adige, deve in qualche modo venire incontro alle richieste venete. Senza scordare che non ci sarebbe nessun modo per fermare la realizzazione della superstrada della Valsugana, che è a concessione regionale e si sviluppa tutta in territorio veneto. 

Insomma bloccata l'invasione di camion dalla Valdastico, il flusso si sposterebbe inevitabilmente in Valsugana. È insomma una partita a scacchi tra gli interessi del Trentino Alto Adige e quelli del Veneto quella che si gioca in queste settimane, col rischio però che Bruxelles prenda la scacchiera e dica stop, stanca dei continui rinvii e incapacità di decidere.

Fondamentale comunque è avere entro il 30 giugno un documento, approvato dal Governo, in grado di guadagnare altro tempo. Altrimenti ogni strategia sarà inutile.