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Dissesto idrogeologico, in arrivo 100 nuovi interventi con i fondi della legge di Stabilità

Poco meno di 600 milioni di euro, finanziati per mezzo miliardo con risorse del Governo e, per il resto, tramite il contributo di Comuni e Regioni. Si completerà così, nel quadro della legge di Stabilità, il perimetro del piano stralcio per la lotta al dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane. Dopo che l'esecutivo, a inizio agosto, ha dato via libera al primo pacchetto di 33 opere da 800 milioni (650 statali e 150 in cofinanziamento), è già iniziata la caccia alle risorse per pagare i restanti 94 progetti già cantierabili individuati dall'Unità di missione guidata da Mauro Grassi. A questi, se ci fosse disponibilità, potrebbero aggiungersene altri cinque, con progettazioni in fase meno avanzata: porterebbero il conto totale a quasi 750 milioni per 99 opere.

Sono tutti interventi considerati prioritari per proseguire l'opera di rammendo del nostro territorio già iniziata nei mesi scorsi: lavori di sistemazione idraulica, adeguamento delle reti fognarie, mitigazione del rischio frane, scolmatori, casse di espansione, tagli di vegetazione. Insomma, progetti piccoli e grandi con una caratteristica comune: riguardano tutti i grandi agglomerati urbani, nei quali il rischio per la popolazione è considerato più elevato. Le cifre più rilevanti stavolta arriveranno nelle isole. La Sardegna è interessata da quattro interventi per 94,9 milioni di euro, mentre la Sicilia da sette opere per 89,7 milioni: soldi che andranno a Olbia, Cagliari, Messina e Catania.

Nel Lazio arriveranno 55,7 milioni per undici interventi: saranno impiegati per la messa in sicurezza dei molti piccoli corsi d'acqua che tempestano soprattutto le aree periferiche della città e i Comuni limitrofi. In Veneto è previsto un solo lavoro, ma molto rilevante: 51 milioni di euro per l'estensione dell'invaso di Montebello a servizio del torrente Chiampo, nell'area di Padova. Altri 48,5 milioni andranno in Liguria, a Genova, principalmente a Santa Margherita Ligure (33 milioni per un canale scolmatore tra i torrenti San Siro e Magistrato).

Poco più di 43 milioni sono destinati alla Toscana, che ha scelto di realizzare molti progetti di importo ridotto. Mentre la Campania spenderà i suoi 42,6 milioni per otto opere, tutte nell'area metropolitana di Napoli. Completano il quadro i 27,9 milioni al Piemonte, i 24 milioni all'Emilia Romagna, i 9,8 milioni alla Calabria e i 9,6 alla Lombardia. A questi potrebbero aggiungersi altri 150 milioni di investimenti: l'unità di missione, infatti, ha selezionato cinque opere che potrebbero rientrare dalla finestra, in caso di risparmi di spesa sulle altre o di qualche risorsa extra.

Il totale di questa tranche arriva, allora, a 99 opere, considerando anche quelle di riserva. Un pacchetto che si aggiunge a quello annunciato a inizio agosto, per il quale ci sono già i soldi: sono 33 opere. Il mezzo miliardo necessario a finanziare la seconda fase del piano stralcio dovrà essere trovato nelle pieghe della legge di Stabilità. Portando così il totale degli investimenti statali a quota 1,15 miliardi che, per effetto dei cofinanziamenti, lieviteranno fino a 1,38 miliardi.

«La nostra idea – spiega Mauro Grassi – è avere a disposizione un piano che sia sempre più avanti rispetto alle risorse effettivamente disponibili. Se ci sono risorse, anche poche, chiediamo che vadano al contrasto al dissesto, perché adesso abbiamo una serie di progetti pronti da mandare in cantiere immediatamente». L'elenco delle prime 132 opere sarà ufficializzato con la pubblicazione del relativo Dpcm, prevista nei prossimi giorni.

L'attesa di denaro fresco è, ovviamente, legata alla legge di Stabilità: «Da lì ci aspettiamo sicuramente qualcosa – conclude Grassi -, ma non è detto che non si trovino fonti diverse, per esempio tramite fondi destinati ad altri settori e non spesi».