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Ciucci: contenzioso-boom con le imprese, Anas in ballo in mille giudizi

Caselli sui 1.300 chilometri di autostrada e sulle «superstrade di qualità» esistenti e già gestiti dall'Anas, oltre che sulle nuove opere da realizzare. È la proposta che il presidente dell'ex ente strade Pietro Ciucci ha formulato davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato, durante un'audizione mirata a tracciare il percorso di sviluppo della società. Un progetto, in parte già noto, che include l'ipotesi di privatizzazione dell'Ente, «da varare tra il 2015 e il 2016, se il Governo e l'azionista – ha detto Ciucci – ci diranno di imboccare questa strada».

Meno noti invece i numeri che Ciucci ha snocciolato di fronte ai Senatori rispetto all'esplosione del contenzioso con le imprese, riportati anche nella dettagliata memoria che il presidente dell'Anas ha lasciato alla commissione di Palazzo Madama. Un problema crescente. Tanto che l'Anas è al momento impegnata in «mille giudizi sui lavori per un controvalore di 5 miliardi di euro». Una spada di Damocle cui l'ex Ente strade è costretto a far fronte impegnando una posta di circa un miliardo in bilancio.

Non è la prima volta che se ne parla: e Ciucci non ha mancato di sottolineare i benefici «in termini di riduzione dei finanziamenti per nuove opere e manutenzione straordinaria delle strade oggi a carico dello Stato». Segnalando anche che c'è «l'interesse degli investitori e del mercato finanziario» per l'ipotesi di privatizzazione «che dovrebbe così attrarre le intenzioni di investimento nel settore delle infrastrutture». L'idea suggerita dal numero uno dell'Anas è quella di cedere «una partecipazione minoritaria, circa il 30-40%, per poi pensare a una quotazione in borsa come è accaduto nel caso di altre privatizzazioni».

Prima però Ciucci ha ricordato che è necessario completare il percorso di «privatizzazione normativa» dell'Ente trasformato da qualche anno in società per azioni. Un percorso che però non ha portato alla completa "privatizzazione" della società, tanto che qualche settimana fa ne è nata una polemica con il numero uno dell'Anac Raffaele Cantone che ha invitato la società a rispettare gli obblighi di trasparenza imposti dalla legge Severino.

Dati di una certa impressione arrivano dal fronte del contenzioso con le imprese. Ciucci ha ricordato che nel bilancio Anas c'è una posta «di oltre un miliardo» per far fronte al contenzioso con le imprese. Esploso negli ultimi anni. «Al momento – ha detto Ciucci – l'Anas deve far fronte a circa mille giudizi con richieste per 5 miliardi di euro». Importo che però, per il presidente Anas, non deve destare preoccupazione «perchè oramai le imprese moltiplicano almeno per cinque o per sei le richieste». Un dato che emergerebbe anche dai numeri. Secondo i dati citati dal presidente il valore delle riserve sull'importo totale degli appalti è sceso dal 14% al 9% con una riduzione di circa il 40%. Notevole anche la riduzione delle cifre riconosciute rispetto alle richieste delle imprese, calate nello stesso periodo «dal 29% al 14%».

Qualche numero anche sui bilanci. Il presidente della società delle strade ha confermato che «il bilancio 2014 si chiuderà in utile (la previsione a buget è di 17 milioni, ma non tiene conto degli effetti negativi delle norme dello Sblocca Italia sulla revisione dei canoni di accesso alle statali) e che anche il budget 2015 prevede una chiusura con il segno positivo». Quanto alle spese Ciucci ha prima ricordato che dopo la trasformazione in Spa la società «gestisce in autonomia i costi di esercizio». Mentre a carico dello Stato «rimangono i finanziamenti per le nuove opere e la manutenzione straordinaria». Di qui la proposta dei pedaggi, che però, ha detto Ciucci, «non me la sono inventata io: è scritta in una legge del 2010».

Nel corso dell'audizione Ciucci ha anche tracciato un bilancio dell'attività svolta dalla società che gestisce circa 25mila km di strade, in termini di investimenti e manutenzioni. Rivendicando anche l'azione svolta in termini di riduzione dei costi. «Abbiamo azzerato le consulenze passate dai 20 milioni del 2005 ai 20mila euro di oggi», ha detto Ciucci che ha anche rivendicato la riduzione dei costi per il personale, «sceso da 6.600 a 6.160 unità».

«Siamo la prima stazione appaltante italiana – ha aggiunto il presidente dell'Anas -. Dal 2006 a oggi abbiamo bandito 5.500 gare, abbiamo gestito oltre 200 lavori per 13 miliardi di euro, più i due miliardi per il Quadrilatero Umbria-Marche». Circa «19 miliardi» i pagamenti effettuati in questi anni alle imprese. Con «cento cantieri per nuove opere in corso e l'obiettivo di avviare altri 50 cantieri nel 2015, di cui 34 già in corso». Sulla manutenzione Ciucci, al centro delle polemiche nelle scorse settimane per il crollo del viadotto in Sicilia, ha sottolineato di aver «speso circa 2miliardi negli ultimi tre anni» e soprattutto che il 40% delle opere gestite (tra cui 11mila tra ponti e viadotti e oltre 1.200 gallerie) risale a prima del 1970 e che «per questo la prima sfida deve essere quella di difendere il patrimonio».

Ciucci ha anche risposto alle domande arrivate dai Senatori sull'acquisto delle partecipazioni azionarie di Sitaf (società del gruppo Gavio che gestisce l'autostrada Torino-Bardonecchia e il Traforo del Frejus) detenute da Comune e Provincia di Torino. Ciucci l'ha definita una «operazione difensiva». «E abbiamo detto – ha aggiunto – che questo sarebbe stato transitorio» con «l'obiettivo di vendere poi tutto e valorizzare la partecipazione di Anas». Dopo aver ricordato la fissazione dell'udienza di merito davanti al Tar a giugno, Ciucci ha aggiunto che «noi abbiamo già chiesto una revisione della convenzione, per cui eliminando il limite del 51% ci consenta di vendere al privato». Il presidente di Anas infine ha ricordato che, «oltre alla partecipazione, c'è un miliardo di euro di credito che deve essere recuperato» perché «destinato per legge al finanziamento dell'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria».