Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Armani (Anas): priorità alla manutenzione, tariffe per finanziare gli investimenti

Priorità alle manutenzioni, introduzione di un sistema di tariffe capace di garantire autonomia finanziaria alla società, potenziamento delle competenze interne su progettazione e direzione dei lavori, addio alla stagione dei general contractor. Sono le linee del nuovo corso dell'Anas che Gianni Armani, presidente dell'ex ente strade dal 18 maggio, ha illustrato di fronte ai deputati della commissione lavori pubblici della Camera. Un'impostazione che ha incontrato il favore del presidente della commissione Ermete Realacci, che ha tenuto a sottolineare la «sintonia» con le linee programmatiche delineate da Armani.

Tariffe (non pedaggi) per l'autonomia finanziaria

Uno dei principali obiettivi, ha detto Armani, è «deconsolidare Anas dalla Pa e dal debito pubblico». Per andare in questa direzione l'Anas sta lavorando con il governo su un modello di tariffa che «permetta di attingere direttamente al mercato dei capitali senza pesare sul debito pubblico». Non si tratterà di un pedaggio. Ma di «un modello tariffario prendendo a riferimento i sistemi di tariffazione per altri servizi di rete regolamentati, come energia elettrica, gas, acqua, telecomunicazioni e aeroporti, per finanziare in modo adeguato gli investimenti oggi a carico della fiscalità generale».

Grazie a questo nuovo sistema di tariffazione, sarà possibile «attingere al mercato dei capitali» e «finanziare in modo adeguato gli investimenti oggi a carico della fiscalità generale». Andranno definiti, detto Armani, i livelli di servizio a favore dell'utenza/clienti e i corrispondenti parametri tariffari. Il modello tariffario dovrà in ogni caso garantire, insieme all'integrazione del canone di concessione e agli altri ricavi connessi alla gestione della rete, la copertura dei costi operativi, il rimborso del capitale investito, la remunerazione del capitale investito. La durata della concessione andrà adeguata almeno fino al 2052.

Investimenti finanziati solo per 4,7 miliardi

D'altra parte il piano 2015-2019 prevede investimenti per 20,2 miliardi. Ma solo 4,7 – ha spiegato Armani, risultano finanziati. Di qui l'urgenza di trovare nuovi sistemi di finanziamento.

Gli investimenti riguarderanno principalmente la risoluzione delle criticità strutturali, la messa in sicurezza da frane e da rischio idraulico, la riduzione dell'incidentalità e il miglioramento delle condizioni di percorribilità.

Nel piano pluriennale 2015-2019 a fare la parte del leone è il completamento degli itinerari che assorbe il 43% delle risorse, seguito dalla manutenzione straordinaria e dal potenziamento della rete esistente alla quale va il 41% delle risorse (c'è poi un 16% alle nuove opere). Risultano aumentate comunque le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria, stimate per il 2015 a 534 milioni (206 milioni di ordinaria e 328 di straordinaria) a fronte dei 480 milioni del 2014 (erano 360 milioni nel 2013, 369 milioni nel 2012, 412 milioni nel 2011, 483 milioni nel 2010.

Rafforzare le competenze interne, stop general contractor

L'a nuova Anas dice addio alle opere realizzate «chiavi in mano dalle imprese». Un modello molto utilizzato sulla Salerno-Reggio Calabria, statale Jonica e Quadrilatero Umbria Marche. Ora l'obiettivo è rafforzare le professionalità interne. «Vogliamo abbandonare i modelli contrattuali in cui i controlli li fa la società appaltatrice, non utilizzando quindi i contraenti generali», ha detto Armani. «Ci vorrà del tempo – ha continuato – ma da oggi Anas porterà al suo interno tutte le direzioni lavori, i controlli, e col tempo le progettazioni perché è necessario utilizzare le proprie competenze tecniche».

Tra il 2010 e il 2014 in Anas il 46% degli investimenti è stato realizzato con il modello del contraente generale, il 27% con appalto integrato e il 27% con appalto diretto. «La seconda scelta strategica – ha spiegato Armani – è una scelta organizzativa interna che separa chi fa investimenti e chi fa i controlli in Anas e dovranno entrambi riferire direttamente all'Ad». «La terza – ha spiegato – è nei confronti dei dipendenti e collaboratori: direzione lavori e controlli saranno fatti con specifiche procedure e l'azienda darà indicazioni precise su come agire».