L’Unione Europea ha inserito come obiettivo degli Stati membri il trasferimento del 30% dei flussi stradali superiori ai 300 km alle ferrovie e alle vie navigabili entro il 2030 e il 50% entro il 2050.
D’altro canto, le statistiche mostrano chiaramente l’inefficacia delle politiche di trasferimento modale, con un impatto decisamente al di sotto delle aspettative.
Sebbene i costi totali del trasporto siano comunque importanti nella scelta della modalità, diversi altri fattori entrano in gioco nel processo decisionale, tra cui la velocità delle spedizioni, l’affidabilità e la flessibilità. Inoltre, gran parte del mercato delle merci è vincolato a una determinata modalità e non è soggetto alla concorrenza tra strada, ferrovia e via acqua.
Pertanto, nel breve e nel medio periodo, sarà difficile ottenere ulteriori spostamenti di quote modali dalla strada a altri sistemi di trasporto, a meno che non vengano impiegate politiche più aggressive e/o costose per la collettività, con il risultato che la percentuale della strada è sempre stabile intorno a una media del 76% con picchi superiori in Italia, Belgio, Spagna e Regno Unito.
Al contempo, non possiamo non sottolineare come l’inquinamento atmosferico e il riscaldamento globale siano ormai argomenti di interesse globale e, di conseguenza, delle priorità per la politica.
L’industria automobilistica ha compiuto negli ultimi 20 anni passi da gigante grazie ai miglioramenti introdotti dall’adozione di Norme più stringenti in materia di emissioni, rumore e sicurezza per i nuovi veicoli.
Sulla base dei dati in nostro possesso, possiamo ritenere che ulteriori progressi tecnologici nella riduzione delle emissioni nocive dei veicoli merci su strada saranno difficili sebbene le tecnologie emergenti potrebbero contribuire a ridurre le emissioni in condizioni di guida reali.