Nel nostro Paese, l’utilizzo della bicicletta quale mezzo di trasporto alternativo ai tradizionali veicoli a motore non è stato sufficientemente promosso e supportato dagli Enti Gestori del patrimonio infrastrutturale. Lo sviluppo delle piste ciclabili, infatti, è molto contenuto e assolutamente inadeguato per rispondere a una domanda degli utenti su due ruote che sta crescendo notevolmente negli ultimi anni. Pertanto, nella stragrande maggioranza dei casi e in piena aderenza alle vigenti Normative, i ciclisti utilizzano l’ordinaria viabilità accettando, così, un livello di sicurezza per la propria percorrenza che in alcune situazioni potrebbe essere critico. In Italia, la presenza di un supporto normativo sufficientemente completo, seppur criticato da alcune Associazioni di categoria per la difficoltà di interpretazione di alcuni punti e per la necessità di apportare modifiche di una certa rilevanza, non risolve la questione sicurezza nelle situazioni più pericolose per i ciclisti, rappresentate dall’uso promiscuo della sede stradale quando questa induce gli automobilisti a transitare con elevate velocità.
Su strade extraurbane, infatti, i comportamenti di guida dei ciclisti sono meno prudenti (si pensi alla marcia in gruppo) e, sebbene la loro velocità si incrementi leggermente, rimane comunque molto bassa in un ambito in cui la velocità dei veicoli a motore è considerevolmente alta. Va fatto, allora, un passo indietro approfondendo le caratteristiche del comportamento di guida dei ciclisti e verificando le differenze con quello degli automobilisti, in modo da delineare con precisione le discrasie in grado di condurre a manovre critiche. Per tale ragione abbiamo valutato le strategie visuali di un ciclista mediante l’utilizzo di un eye-tracking su una strada extraurbana regolarmente aperta al traffico, desumendone differenze o, al contrario, affinità rispetto a quelle degli automobilisti.
La metodologia
Per valutare il comportamento del ciclista è stata predisposta un sperimentazione (andata/ritorno) sulla S.S. 113 in un tratto di circa 21,5 km compreso tra la località Granatari e Villafranca Tirrena, in provincia di Messina. La sezione trasversale è costituita da due corsie (una per senso di marcia), di larghezza complessiva variabile tra i 7 e i 9 m, senza marciapiede. Dato che la stragrande maggioranza delle informazioni vengono assunte mediante l’organo visivo, abbiamo ritenuto corretto valutare le strategie visuali come riferimento del comportamento complessivo del ciclista. In particolare, lo abbiamo equipaggiato con un eye-tracker portatile, montato su occhiali (Tobii Glasses Eye Tracker®) molto leggeri e poco invasivi che hanno registrato i movimenti oculari durante la percorrenza. La bicicletta è stata corredata di un GPS portatile che ha consentito di ricavare, con la frequenza di 1 secondo, la posizione in coordinate longitudine e latitudine, il profilo altimetrico, la velocità del mezzo.
I risultati
Come detto nelle premesse, avendo svolto la sperimentazione con un solo ciclista, non riteniamo opportuno formulare considerazioni definitive. Tuttavia, la distanza complessiva di 43 km (21,5 km andata e ritorno) ha permesso di individuare alcuni scenari di comportamento ricorrenti e molto interessanti per gli scopi prefissati. Li abbiamo raccolti in dieci classi che verranno di seguito illustrate, supportando il commento con le immagini estratte dall’eye-tracker che, oltre l’ambiente visto dal ciclista, riporta con un punto rosso la fissazione dello sguardo sull’oggetto di interesse.