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Il terzo pacchetto Mobilità

La Commissione ha lanciato la terza e ultima serie di azioni volte a modernizzare il sistema europeo dei trasporti

Il terzo pacchetto Mobilità

Una mobilità socialmente equa

Tutte le misure della Commissione contribuiranno a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei e permetteranno di migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti del trasporto grazie a delle regole chiare e comuni in tutta l’UE.

Da non sottovalutare, inoltre, la proposta della Commissione di passare a una documentazione elettronica al posto di quella cartacea; una piccola rivoluzione per il settore dei trasporti che semplificherà di molto il lavoro degli addetti. La lotta alle Società “cassette della posta” (Società stabilite in un dato Paese ma che consistono solo in un indirizzo postale) permetterà di definire dei criteri chiari per reprimere questa pratica, da molti utilizzata per ottenere vantaggi fiscali, distorcendo così la libera concorrenza.

Permetterà inoltre una miglior protezione dei lavoratori del settore (salari minimi, ore di riposo obbligatorie, coperture sociali) ad esempio la nozione di “lavoratore distaccato” sarà rivista, prevedendo che un autotrasportatore che passi almeno tre giorni in uno Stato estero sia remunerato secondo i termini di quello Stato.

Anche la nozione di cabotaggio sarà ripensata: le regole attuali permettono a un autotrasportatore che ha effettuato un trasporto internazionale di effettuare tre trasporti nel Paese di arrivo entro sette giorni (ad esempio, un trasportatore polacco che porta un carico in Spagna, può effettuare tre consegne all’interno della Spagna in sette giorni prima di rientrare in Polonia), la nuova proposta prevede un numero illimitato di trasporti nel Paese d’arrivo, ma limita il tempo a cinque giorni prima di rientrare.

In questo modo, la Commissione ritiene di poter limitare i viaggi a vuoto (che rappresentano il 23% dei viaggi totali dei veicoli pesanti) e istituire un sistema più flessibile, semplice ed equo.

Naturalmente, queste misure dovranno essere approvate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, e i tempi si prospettano lunghi. Con le elezioni europee l’anno prossimo, è probabile che il Parlamento attuale non si pronunci e lasci la decisione a quello che subentrerà.

Per quanto riguarda il Consiglio, inoltre bisognerà superare le divergenze fra il blocco dei Paesi dell’Est e gli altri in materia di diritti sociali: non sono quindi da escludere modifiche e compromessi.