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E-mobility: dinamiche e processi di sviluppo

L’obiettivo di quest’analisi è quello di valutare - secondo specifici canoni di sostenibilità, sicurezza e modernità - il fondamentale cambio di paradigma che l’e-mobility potrebbe importare nel settore dei trasporti

E-mobility: dinamiche e processi di sviluppo

Le caratteristiche del settore dei trasporti, struttura della mobilità in italia

Da una prima analisi emerge il dominio assoluto delle modalità di trasporto private (auto e moto) nel soddisfare la domanda di mobilità passeggeri.

Risultano predominanti sia negli spostamenti urbani che extraurbani, dove il trasporto collettivo risulta essere in condizioni di evidenti difficoltà e marginalità, situazione questa confermata dalla recente fotografia del settore presentata da ISTAT.

L’Italia, con più di 37 milioni di autoveicoli circolanti, rappresenta indubbiamente uno dei principali mercati per il settore automobilistico; si tratta di un settore maturo, ma che mantiene tassi di crescita consistenti. Nel corso del decennio 2005-2015 ha aumentato la propria quota dell’8% nonostante le condizioni di riduzione dei consumi che il Paese ha registrato per effetto della crisi economica.

Il tasso di motorizzazione risulta essere uno dei più elevati, non solo in Europa, presentando infatti la più alta densità di autovetture anche nelle aree urbane. Vista la dimensione e il volume del parco auto circolante, è corretto soffermarsi sulle caratteristiche sia strutturali (età, standard di emissione, cilindrata) che di tipo evolutivo (tipo di alimentazione e presenza di alimentazioni alternative ai combustibili fossili).

Le fonti statistiche nazionali mettono in evidenza come negli ultimi anni si sia assistito a un progressivo processo di invecchiamento: infatti, l’età media degli autoveicoli è passata da 7,5 anni del periodo pre-crisi (2006) a più di dieci anni nel 2015, fino a raggiungere i dieci anni e otto mesi nel 2016 (media UE 27).

Entrando nello specifico, tramite una disaggregazione dei dati (autoveicoli per tipo di alimentazione), emerge come rispetto ai Paesi europei il sistema italiano sia caratterizzato da due aspetti significativi:

  • una considerevole quota di alimentazioni cosiddette “alternative” in cui sono incluse le motorizzazioni elettriche, ibride e alimentate a gas (GPL e metano), pari a circa il 10%;
  • la netta prevalenza, nell’ambito delle alimentazioni ibride, dei combustibili fossili (GPL e metano) rispetto all’alimentazione elettrica, contrariamente a quanto avviene nel resto dei Paesi europei.

La quota complessiva di mercato dei veicoli elettrici in Italia resta quindi sostanzialmente marginale, dato che rimane confermato dal confronto con il resto dei Paesi europei.