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Autostrade: è insoddisfazione sui pedaggi

I nuovi meccanismi per la determinazione delle tariffe autostradali, più vantaggiosi per gli utenti ma non approvati dai Concessionari

Autostrade: è insoddisfazione sui pedaggi

L’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito internet le Delibere relative ai 16 Concessionari i cui piani finanziari, da rinnovare con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono già scaduti (coprono oltre l’80% della rete autostradale nazionale) e ai quali si dovrebbe applicare il nuovo sistema, già adottato per le nuove concessioni. Sono stati eliminati i sei diversi sistemi tariffari vigenti finora e il meccanismo degli aggiornamenti annuali. La nuova regolamentazione, già applicata recentemente per le concessioni scadute dell’Autobrennero e di Autovie Venete, è basata sul metodo del pricecap, con l’introduzione di un indicatore di produttività secondo indicatori oggettivi basati sul confronto competitivo con le migliori pratiche del settore: questo obiettivo garantirà trasparenza ed equità dei pedaggi.

Per dare maggiore certezza sugli investimenti da realizzare, l’Autorità è intervenuta sui costi adeguando la remunerazione sul capitale investito (al 7,09%) agli attuali tassi di mercato.

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Per le opere già messe in cantiere continuerà ad essere applicato il tasso di rendimento previsto dal precedente sistema. Infine, il nuovo regime incentiva l’effettiva realizzazione degli investimenti programmati, con verifiche annuali e diminuzioni dei pedaggi in caso di mancato rispetto dei cronoprogrammi.

Tutte misure che però non piacciono ai Concessionari, che già ad Aprile, nell’ambito della consultazione pubblica avviata dall’Autorità, avevano contestato il provvedimento.

AISCAT ha lamentato di non aver avuto la possibilità (nonostante le richieste) di un reale confronto, ricordando che le tariffe italiane sono tra le più basse d’Europa a fronte dei maggiori investimenti per ammodernare la rete e che l’UE ha ritenuto il nostro sistema equo e ragionevole.

Una comparazione diffusa da AISCAT, con i principali Gestori europei, mostra sulla rete Aspi un valore di 8,18 centesimi (7,45 per la sola Aspi), contro gli 8,37 del Portogallo, gli 8,73 della Francia, fino ai 16,02 che si pagano sulla britannica M6.

A preoccupare non è solo la riduzione della remunerazione, quanto il fatto che la modifica alla tariffa (e alla convenzione) abbia effetto retroattivo: un principio che, se dovesse passare, potrebbe consentire all’Autorità di cambiare in corso la remunerazione di investimenti privati già realizzati, come per esempio la Variante di Valico.

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