Si esaminano le molteplici criticità connesse all’uso operativo delle barriere di sicurezza tradizionali, con paletti infissi nel terreno di supporto, compresa l’abitudine degli ultimi anni, di usarle con forte diffusione, anche nei luoghi dove potrebbero peggiorare le conseguenze di una fuoriuscita accidentale.
La necessità di considerare la barriera di questo tipo come un “unicum” comprendente sia gli elementi metallici che il terreno di infissione ne rende palesi le problematiche, non risolte con i crash test di convalida.
Questi test, per norma, si riferiscono al loro terreno di prova e non tengono conto del terreno di infissione dove le barriere finiranno; non ne tengono conto né per consistenza, che può essere non costante nello spazio (variazione lungo la strada) e nel tempo (variazioni legate al clima), né per forma, che non è mai continua sul bordo della strada come nel campo prove.
Non si sostiene che i guard rail (nastri e paletti) non sono più usabili, ma che il modo con cui si valutano non è correlato al funzionamento reale, specialmente sul bordo della strada; questa affermazione è convalidata dai comportamenti in atto in Italia dove, per usi su strade esistenti si declassano a barriere di livello di molto inferiore rispetto ai crash test di verifica, in quanto oltre alla sua variabilità, non è quasi mai sufficiente lo spazio esistente per contenere i carichi delle prove; nelle nuove costruzioni, dove lo spazio si può inserire, ciò che si sostiene nei progetti di sistemazione non è detto che sia verificato nel funzionamento reale in quanto il terreno di infissione dei paletti varia come dettagliato in precedenza, con conseguente cambiamento delle prestazioni del dispositivo.