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Disquisendo su contravvenzioni e incidentalità

Aumentano le multe, calano i pagamenti e su come diminuire efficacemente le cause di incidenti c’è ancora molto da fare

Disquisendo su contravvenzioni e incidentalità

Sulla griglia

Come si può vedere, c’è molta carne al fuoco, e ogni argomento qui semplicemente accennato – senza pretesa di completezza – potrebbe essere sviluppato in altrettanti articoli. Ma dopo questa “importante digressione la quale, per quanto d’indole personale si innesta mirabilmente nella vicenda e la corrobora rendendola vieppiù varia e interessante”, per citare il Guareschi de “Il destino si chiama Clotilde”, passiamo ad analizzare chi, a livello nazionale, contravviene alle contravvenzioni.

Ovvero, chi seppur multato non paga (ricordando che l’analisi della CGIA considera le multe per violazione al CdS di competenza delle Amministrazioni Comunali, riscossioni in conto competenza). La più alta percentuale di riscossione delle multe è in Molise (74,5%), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (74,2%), dal Friuli Venezia Giulia (65,2%) e dalla Basilicata (61,4%). In fondo alla classifica troviamo invece il Lazio (28,1%), la Campania (23,3%) e la Sicilia (18,4%).

Difficile fare una sintesi dei virtuosi e dei malandrini, troppi i fattori da considerare (regioni a vocazione turistica con multe a stranieri o a veicoli di altre regioni, parco mezzi circolante e numero di abitanti, car sharing e auto intestate a Società di noleggio…).

Inoltre, si consideri che nei centri abitati il maggior numero di contravvenzioni viene elevato – in genere – per divieti di sosta o per ingressi in zone a traffico limitato, per violazioni cioè che per quanto stigmatizzabili non sono potenzialmente fonte di incidenti ma soprattutto non immediatamente contestate, e che il periodo di riferimento coincide con la più grave crisi economica del secolo.

Un dato però balza all’occhio: in Molise, dal 2006 al 2016 l’importo totale delle contravvenzioni è calato da 3 a 1,9 milioni. Nella Provincia Autonoma di Bolzano e in Friuli Venezia Giulia, gli aumenti sono stati rispettivamente del 23 e del 12%; in Basilicata, ancora un segno negativo (–3,5%).

Nello stesso periodo, nel Lazio gli importi sono aumentati del 61%, in Campania del 40,6% e in Sicilia del 188%. In Lombardia, la regione con il più alto numero di autoveicoli, si è passati dai 250,4 milioni del 2006 ai 527,3 milioni del 2016 – record nazionale -, con un incremento del 110%. E pagano solo il 42,8%: meno di uno su due.

Interessante: potrebbe quasi sembrare che nelle regioni dove gli automobilisti sono – o si sentono – meno vessati, i pagamenti siano più puntuali… Anche questi sono dati su cui riflettere. E disquisire.