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Dai veicoli a guida connessa ai veicoli a guida autonoma: ieri, oggi e domani

Lo sviluppo dei nuovi scenari collegati alla trasformazione delle nostre strade a livello di sicurezza stradale, di infrastruttura fisica e di rete, di assistenza e supporto al guidatore, di Norme europee

Dai veicoli a guida connessa ai veicoli a guida autonoma: ieri, oggi e domani

L’integrazione dei sistemi autonomi di trasporto individuale e per gruppi, basati su veicoli di caratteristiche appropriate, con i sistemi di trasporto di massa, nel quadro di una catena di servizi di mobilità (per i quali oggi è di moda usare il termine “Mobility As A Service”), permetterebbe infine un salto di qualità decisivo nella mobilità urbana.

Sembra ragionevole prevedere che i due modi d’uso, anche nel lungo termine, coesisteranno e che i veicoli autonomi non sostituiranno completamente i veicoli tradizionali: le indagini mostrano che non tutti sono – oggi – disponibili ad essere “trasportati” da veicoli a guida autonoma e che molti guidatori non rinunciano al piacere della guida. Sarà quindi ancor più importante adottare politiche che facilitino l’integrazione dei diversi modelli d’uso e favoriscano i modelli più efficaci, almeno per gli ambiti più sensibili, come i nostri centri urbani. 

Le ricerche e le sperimentazioni attuali

Lo scenario descritto fa emergere un elenco di settori esposti al cambiamento che comprende, accanto all’industria dell’automobile, tutta la catena dei servizi di trasporto per passeggeri e merci con ricadute potenzialmente molto rilevanti sul mondo del lavoro.

Un indicatore del possibile cambiamento è degno di attenzione: le ricerche e le sperimentazioni attuali, che richiedono grandi investimenti, annoverano tra i principali attori molti investitori esterni al mondo automotive (tra i molti esempi il più noto è Google, attraverso la Società Waymo) e molti tra gli investitori provengono dal mondo dei servizi di trasporto individuali (Uber e Lyft sono forse i più importanti).

Siamo in vista di nuovi “casi Kodak” (Azienda leader mondiale nel settore della fotografia negli anni Settanta, poi travolta dall’evoluzione digitale e finita al “chapter 11” nel 2012), su scala anche più ampia, causati dalla concomitante evoluzione dell’auto verso l’automazione e la trazione elettrica?

L’innovazione porterà all’ingresso di nuovi competitori e di nuove aree industriali, anche a scapito dell’esistente? Ci sarà uno spostamento verso un contenuto dominante delle componenti legate all’Intelligenza Artificiale (sensori e software)? Ci sarà uno spostamento decisivo verso i servizi al trasporto (secondo una recente stima – Citibank – il mercato potenziale USA per i soli robotaxi urbani sarebbe di 900 miliardi di Dollari).

Ad oggi le risposte non ci sono: è certo invece che vada posta attenzione alle opportunità e ai rischi, seguendo le ricerche, le sperimentazioni e le tendenze di mercato.

Le azioni nazionali di cui si parla in altri articoli di questa edizione (D.M. 70 del 2018, Osservatorio MIT), che sono in linea con le iniziative comunitarie e di alcuni Stati europei (e.g. Germania, UK), vanno in questa direzione: si può solo auspicare che trovino la più ampia partecipazione da parte di tutti gli interessati.