Un mistero – ha proseguito Zucchetti – che non agevola la scelta poiché informazioni discordanti o imprecise non aiutano i decisori pubblici. Se i dati non collimano ogni investimento è a rischio. Da qui discende una maggiore difficoltà per gli operatori che già devono fronteggiare il problema dei container che viaggiano vuoti (il 25% del totale e ben il 50% lungo le autostrade del Nord-Est).
Mancano dati sui quantitativi trasportati e sui settori merceologici che pochi operatori si contendono. La Taranto Container Terminal (TCT) partecipata da Evergreen e Hutchinson era attiva nel transhipment, ma a Taranto non si comprese come la crisi del solo settore siderurgico avrebbe comportato il tracollo complessivo. E a Novara si deve evitare qualcosa di analogo. Lo scenario è importante ma la geopolitica gioca un ruolo che travalica quello degli operatori nel settore e ogni scelta è complessa.
Di certo altri hanno sfruttato meglio e prima gli investimenti europei… Zucchetti ha inoltre evidenziato quanto già indicato da molti: “La cessione dei porti è cessione di sovranità” e se i cinesi hanno quote superiori al 50% in molti porti europei, nessuna Azienda europea ha quote nei porti cinesi. Si tratta di grandi oligopoli che devono essere attentamente valutati e – forse – contrastati: ma è, appunto, questione di geopolitica.
Si tratta poi – a livello locale – di valutare esattamente quale sia il volume di merci che si vuole attrarre nei porti di Savona-Vado, Genova e La Spezia. Zucchetti ha rimarcato come la Comunità europea sia pronta a chiedere sanzioni per presunti aiuti di Stato che l’Italia avrebbe dato per alcuni interventi nei porti ma a Bruxelles non dicono nulla sugli investimenti cinesi nel porto del Pireo – e mentre Zucchetti tratta questo tema, la mente corre alla questione del porto di Savona-Vado (vedi nota 1>).
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1> Per Vado Ligure sono stati stanziati 350 milioni di Euro per interventi a livello infrastrutturale, viabilistico, mitigazione di impatto ambientale, waterfront, messa in sicurezza dei rii e dell’erosione costiera. È quanto prevede l’Accordo di programma tra Regione Liguria, Autorità di sistema portuale Mar Ligure Occidentale, Provincia di Savona, Comune di Vado Ligure e Autostrada dei Fiori per la realizzazione della piattaforma multifunzionale Maersk. Tra gli impegni sottoscritti nell’Accordo, la realizzazione del casello di Bossarino (nell’immediato entroterra di Vado, sulla A10) e l’adeguamento per la messa in sicurezza della strada a scorrimento veloce Vado-Quiliano-Savona con un investimento di circa 40 milioni da parte di Autostrada dei Fiori e 74 milioni di investimenti dell’Autorità di sistema portuale per interventi viabilistici (collegamento in sovrappasso della piattaforma con aree retroportuali e nuova viabilità, acquisizione immobili Gheia), mitigazione ambientale (condotte ricircolo acque, spostamento oleodotti dall’alveo del torrente Segno, messa in sicurezza del torrente stesso e del rio sant’Elena). Il terminal container sarà realizzato da APM Terminals, la cui sede centrale si trova all’Aia ed è stata fondata nel 2001 come divisione separata e indipendente del Gruppo danese AP Moller-Maersk. Maersk che, si ricorda, ha firmato un’intesa con gli operatori cinesi: con questa operazione il colosso Cosco shipping ports e Qingdao Port International Development hanno acquisito rispettivamente il 40% e il 9,9% del nuovo terminal container di Vado Ligure, ancora in costruzione, che dovrebbe diventare operativo entro la fine del 2018. APM Terminals resta l’Azionista di maggioranza, con il 50,1%. Gli accordi includono anche il Terminal reefer di Vado Ligure che avrà la stessa composizione azionaria.
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