Il danno economico causato alla collettività da incidenti e tamponamenti può essere stimato considerando costi umani (morali, biologici, mancata produttività) e costi generali (patrimoniali e amministrativi), quantificati dalla Direzione Generale per la Sicurezza Stradale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti nei seguenti costi medi di riferimento:
- costo umano in caso di morte: 1.500.000 Euro/evento;
- costo umano in caso di ferite: 42.200 Euro/evento;
- costi generali: 11.000 Euro/evento.
I costi sociali globali per anno associati agli incidenti in Italia sono numeri importanti e sicuramente giustificano lo sforzo compiuto dalle case automobilistiche nello sviluppo di applicazioni ITS legate alla sicurezza della guida e della circolazione.
I veicoli stradali della nuova generazione, infatti, sono dotati di vari dispositivi destinati a supportare i conducenti nell’evitare errori pericolosi nella conduzione degli stessi.
Però, considerando nel loro insieme tali soluzioni ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), si nota che tutte le applicazioni sono state costruite come sistemi autonomi, assegnati esclusivamente all’utilizzo del veicolo su cui sono installati e lavorando su dati raccolti individualmente [1].
Gli unici dati “esterni” utilizzati in questo tipo di supporti sono quelli provenienti dal sistema GPS. Si ritiene importante, perciò, che la ricerca nel settore della sicurezza stradale si concentri sempre più sul valore della comunicazione “veicoloveicolo” (V2V), che consente alle auto di “parlare” tra loro e “veicolo-infrastruttura” (V2I).
Fonti recenti [2] stimano che “le applicazioni di sicurezza abilitate da V2V e V2I potrebbero eliminare o mitigare la gravità fino all’80% delle collisioni, comprese le collisioni alle intersezioni o durante il cambio di corsia.