Sarebbe stato sufficiente leggere precisamente la relazione della Corte dei Conti. È stato per ciò istituito un apposito Fondo nello stato di previsione del MIT, con una dotazione di 20 milioni per l’anno 2013 e di 15 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015 (comma 8 del cit. art. 17-septies). Per la parte a carico dello Stato, tali risorse sono destinate al cofinanziamento di progetti delle Regioni e dagli Enti locali per lo sviluppo delle reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici.
La contribuzione statale è limitata a un massimo del 50% delle spese per l’acquisto e l’installazione degli impianti. Per l’utilizzo di tali risorse, è previsto che il MIT promuova la stipulazione di appositi accordi di programma (non occorrevano “altri” appositi accordi di programma poiché quello del 19 Dicembre 2013 all’art. 2, comma i) e j) già includeva incentivi per la diffusione dei veicoli elettrici e per le relative infrastrutture di ricarica. In ogni caso sarebbe stato sufficiente appellarsi al Decreto Legislativo 16 Dicembre 2016, n° 257 – Disciplina di attuazione della Direttiva 2014/94/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 22 Ottobre 2014, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi -17G00005) che devono essere approvati con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del CIPE, d’intesa con la Conferenza unificata.
La Legge tende a favorire la più larga partecipazione di soggetti pubblici e privati, ivi comprese le Società di distribuzione dell’energia elettrica (comma 9)”. Quindi non si sa se sia peggio avere rappresentanti delle Istituzioni che hanno completamente fallito, nel senso che non conoscono le Norme, non le studiano né si avvalgono di Uffici Legali degni di questo nome, oppure se sia peggio un apparato di Governo che sa benissimo cosa occorra al Paese ma fa finta di nulla e nomina incompetenti ad ogni livello, procrastinando azioni – necessarie decenni fa – a tempi futuri. Costoro, che pretendono di governare, sperano nella clemenza di chi osserva, sostengono pubblicazioni che riportano a tratti soltanto velatissime critiche, cercano il conforto di Media allineati, senza considerare che le Società quotate nel settore infrastrutture cercano in ogni modo di lavorare all’estero piuttosto che esercitare in questo Paese. Ma torniamo ad osservare la mobilità nell’area milanese; in assenza di dati di traffico, si consideri quanto dichiarato nel bilancio del Comune di Milano “proventi da ZTL area C”:
- rendiconto anno 2015: 28.308.335,46 (28,3 milioni di Euro);
- rendiconto anno 2016: 32.280.772,55 (32,2 milioni di Euro).