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Gestione dei transiti eccezionali su opere d’arte “di scavalco”

L’esperienza di Autostrade per l’Italia SpA in collaborazione con la Regione Emilia Romagna

Gestione dei transiti eccezionali su opere d’arte “di scavalco”

Sul tema della “portata” dei manufatti

Data l’eterogeneità del parco veicolare e le infinite combinazioni con cui i singoli veicoli possono impegnare un manufatto, fornire un dato univoco di “portata” di un ponte è un’operazione ardue e sicuramente più complicata rispetto a quella inerente la “portata” di un comune solaio di un manufatto industriale o civile.

Infatti, all’estrema variabilità delle caratteristiche dei veicoli, si aggiunge l’incertezza riguardante le modalità con cui essi impegnano il manufatto (velocità, distanze inter-veicolare, traiettorie, concomitanza con altri veicoli pesanti, ecc.). I moderni Codici normativi tengono conto di tutte queste variabili, fornendo appositi “modelli” teorici di carico che scaturiscono da complessi processi di calibrazione derivanti dagli studi sul traffico “reale”.

Trattandosi appunto di “modelli” atti a rappresentare le massime sollecitazioni che il manufatto potrà essere chiamato a sopportare durante l’esercizio, è molto difficile risalire ad una univoca indicazione di un preciso modello veicolare, soprattutto quando questo appartiene alla categoria dei veicoli non ammessi alla libera circolazione da parte del Codice della Strada.

Alla luce delle considerazioni precedenti appare quindi non corretto associare, in termini generali, alla capacità resistente di un manufatto un valore di “portata” intesa come massimo peso complessivo di un mezzo che il ponte è in grado di far transitare in sicurezza.