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Considerazioni sull’analisi costi-benefici della linea Torino-Lione

Mobilità, infrastrutture e sistemi della TAV

Considerazioni sull’analisi costi-benefici della linea Torino-Lione

Il “perimetro” di valutazione

L’ACB sulla Torino-Lione considera il costo di un tratto di linea che comprende il tunnel di base del Moncenisio e la tratta nazionale italiana fino a Torino, e ciò va bene in quanto si tratta delle due parti alle quali l’Italia deve partecipare finanziariamente.

Tuttavia, nella ACB si è fatto riferimento al costo totale delle opere, indicato in circa 12 miliardi di Euro, e non soltanto alla quota a carico dell’Italia (poco più di 5 miliardi) come se l’analisi riguardasse anche l’Unione Europea e la Francia che, non solo hanno già effettuato, condiviso e validato le analisi costi-benefici, approvando finanziamenti e interventi già in corso, ma che hanno in varie occasioni ribadito che il progetto non è per loro in discussione: come dire, è stata effettuata una valutazione non richiesta in casa d’altri!

Quindi, la perimetrazione dell’analisi dei costi e dei benefici non è corretta e, se proprio l’ACB si doveva fare, andava limitata alla quota italiana dei costi e dei benefici. Fra l’altro, all’ACB non sono allegati i calcoli dettagliati con i quali si sono ottenuti i risultati, e, quindi, non è possibile effettuare delle verifiche puntuali, come sembrerebbe normale in una logica di trasparenza.

In sintesi, non evidenziare chiaramente che il costo di 12 miliardi rispetto al quale il presunto risultato negativo è di 7 miliardi, non riguarda solo l’Italia e le finanze nazionali ma andrebbe ripartito con gli altri soggetti internazionali coinvolti, è scorretto dal punto di vista metodologico e delle eventuali conseguenze che possono essere tratte da questi risultati.

Il paradosso “più cresce il trasporto ferroviario, peggiore è il bilancio dell’ACB”

Questo paradosso deriva dal metodo applicato dal gruppo di lavoro, che si discosta e non applica correttamente le “Linee Guida” per la valutazione degli investimenti sia italiane che europee, in quanto considera fra le variazioni negative indotte dal progetto anche le tasse (in questo caso le accise sui carburanti per autotrazione) e i pedaggi autostradali, che verrebbero a mancare in seguito al cambio modale.

Come riportato nel paragrafo precedente, l’ACB considera il benessere della collettività (in questo caso italiana) e non i trasferimenti interni come tasse e tariffe (che spostano le risorse da un gruppo economico ad un altro, a saldo invariato).

La valutazione di questi impatti (surplus dei produttori e variazioni delle entrate fiscali) potrebbe essere fatta nel momento in cui la valutazione del surplus dei consumatori (utenti) fosse effettuata in modo molto raffinato (attraverso i modelli di trasporto e la valutazione del costo generalizzato di trasporto, che considera tempi, costi, tariffe e preferenze modali nella scelta di effettuare uno spostamento con un determinato mezzo).