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Gestione dei transiti eccezionali su opere d’arte “di scavalco”

L’esperienza di Autostrade per l’Italia SpA in collaborazione con la Regione Emilia Romagna

Gestione dei transiti eccezionali su opere d’arte “di scavalco”

Le verifiche di transitabilità

In linea generale, un manufatto viene dimensionato sulla base di scenari di carico atti a riprodurre le peggiori condizioni di lavoro che l’opera potrà sperimentare durante il suo normale esercizio. L’evoluzione normativa sui ponti ha condotto a sostituire i modelli fisici utilizzati nel passato, coincidenti con veicoli pesanti reali appartenenti al parco circolante dell’epoca, con modelli ideali, astratti dal reale parco mezzi in circolazione, atti a riprodurre l’effetto del traffico nelle più svariate e sfavorevoli configurazioni.

Un convoglio eccezionale in massa è caratterizzato da un peso complessivo e da una successione d’assi ben differente rispetto a quella degli ordinari veicoli pesanti ammessi alla libera circolazione e, pertanto, non rientra nel “modello di carico standard” impiegato per il dimensionamento delle strutture. Esistono svariate metodologie mirate alla verifica di transitabilità dei ponti da parte di convogli eccezionali, ciascuna delle quali è contraddistinta da un differente livello di complessità e, quindi, da un differente livello di  approfondimento e di accuratezza dei risultati.

Va segnalato, a questo proposito, che alle complessità che caratterizzano di per sé l’approccio statico a un manufatto, si aggiunge lo specifico tema della corretta identificazione prestazionale delle opere esistenti che costituiscono una famiglia estremamente eterogenea, sia per tipologia, sia per livelli prestazionali inizialmente individuati dal progettista in relazione alle condizioni di esercizio di destinazione.

Da questo punto di vista, partendo da uno “screening” delle best practices internazionali, il gruppo Autostrade ha messo a punto uno specifico e articolato protocollo metodologico, basato su verifiche caratterizzate da livelli di complessità crescenti in funzione della effettiva “domanda” prestazionale formulata da ciascun transito. Partendo dagli approcci di più immediata implementazione, si possono citare quelli basati su tecniche comparative, che consistono nel verificare, attraverso opportune metodologie, che le sollecitazioni indotte dal veicolo eccezionale (denominato T.E.) non eccedano quelle considerate in sede di progettazione per il dimensionamento del manufatto, fino ad arrivare agli approcci di tipo “diretto”, che prevedono l’esecuzione del ciclo completo di verifiche sul manufatto esistente.