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L’innovazione in un chiusino in materiale composito

Da Polieco un nuovo prodotto destinato a rivoluzionare il mercato dell'edilizia e dell'urbanistica stradale

L’innovazione in un chiusino in materiale composito

È frutto dell’attività del laboratorio Ricerca & Sviluppo di Industrie Polieco-MPB, solido Gruppo europeo leader nel settore dei compounds di poliolefine e dei sistemi di tubazioni corrugate in polietilene ad alta densità, il nuovo prodotto dedicato al mercato dell’edilizia e dell’urbanistica stradale.

Immagini

  • Alcune figure della gamma KIO
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    Alcune figure della gamma KIO
  • Un particolare del chiusino KIO predisposto con imbocco per essere innestato direttamente sui pozzetti rotondi in pvc e polietilene
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    Un particolare del chiusino KIO predisposto con imbocco per essere innestato direttamente sui pozzetti rotondi in pvc e polietilene
  •  La prova di restistenza al dinamometro del chiusino KIO
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     La prova di restistenza al dinamometro del chiusino KIO
  • Grazie al particolare materiale composito KIO non è soggetto alla ruggine
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    Grazie al particolare materiale composito KIO non è soggetto alla ruggine
  • La movimentazione e tempi di posa più veloci grazie al peso contenuto
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    La movimentazione e tempi di posa più veloci grazie al peso contenuto

Il suo nome è KIO e trattasi di un innovativo chiusino in materiale composito costituito da elementi di rinforzo immersi in una matrice termoindurente. Industrie Polieco-MPB ha brevettato nell’autunno del 2010 uno speciale processo di produzione altamente tecnologico per l’utilizzo di questo innovativo materiale composito nella realizzazione di chiusini e relativi telai.

Il progetto, certamente impegnativo e ambizioso, parte dalla consapevolezza dei limiti – ben noti a un gruppo presente dal 1977 sul mercato internazionale – che attualmente coinvolgono i tradizionali chiusini stradali realizzati principalmente in ghisa sferoidale, ghisa lamellare o calcestruzzo. Ancora oggi, infatti, i chiusini sono talmente pesanti da creare problemi al Personale di manutenzione, oltre che poco funzionali e alquanto rumorosi. KIO, conforme alla Normativa europea di riferimento EN 124, al contrario, presenta innumerevoli e indiscutibili vantaggi: ha un peso notevolmente inferiore rispetto al chiusino convenzionale (circa il 70% in meno), è maneggevole, non è soggetto a fenomeni di corrosione, resiste alle sostanze chimiche, evita problematiche legate alla conduttività (non essendo il materiale composito conduttore di elettricità) e ha un alto potere fonoassorbente.

Nel suo processo di fabbricazione non viene trascurato nemmeno l’impatto ambientale, che potremmo definire contenuto. In particolare, la produzione di chiusini in materiale composito disperde nell’aria un quantitativo di CO2 nettamente inferiore a quello emesso durante la lavorazione della ghisa, e questo grazie alle temperature di lavoro molto basse. Basti confrontare la temperatura di fusione necessaria per fondere la materia prima da colare all’interno degli stampi dei chiusini in ghisa, che supera i 1000°C, e quella riferita alla lavorazione degli stampi per i materiali compositi, che si aggira attorno ai 60°C. Inoltre, il risparmio sul trasporto e sulla movimentazione in cantiere, unitamente alla possibilità di recupero del materiale composito per un successivo utilizzo, riduce ancor di più il danno causato all’ambiente.

L’obiettivo che a breve termine si pone l’Azienda bresciana è quello di incrementare la produzione di KIO sia in termini quantitativi sia di soluzioni proposte. All’aumento della capacità produttiva giornaliera si affianca l’intento di ampliare, nel corso del 2013, la gamma, al momento declinata in chiusini e relativi telai di dimensioni variabili da 300×300 a 950×950 con diametri 800 e 1.100 circolari nelle classi di resistenza B125 (marciapiede) e C250 (bordo strada), fino alla classe D400 (centro strada).

La Industrie Polieco-MPB non è la prima Azienda che si è mossa in questa direzione: negli ultimi anni sono già stati presentati prodotti simili, lanciati sul mercato da realtà produttrici di chiusini. Ma nessuna di queste è riuscita a sviluppare un’innovazione industriale così sicura, affidabile e solida, come testimoniano le ripetute prove di resistenza a cui è stata sottoposta ed i certificati ottenuti.