Sono ormai diffusissime in Italia le rotatorie di seconda generazione, ossia con precedenza ai veicoli che si trovano a percorrere l’anello anziché a quelli che entrano dai diversi rami, come avveniva in quelle di prima generazione che richiedevano spazi molto ampi per comprendere all’interno dell’anello le code di attesa. Il regime che prevede la precedenza all’anello consente invece di realizzare rotatorie di dimensioni ridotte a fronte di alti valori di capacità di traffico.
Il D.M. 1966/2006 riporta dei criteri di progettazione geometrici per rotatorie di diametro esterno entro i 50 m. È importante però ricordare che, come per tutti i tipi di intersezione, anche per una rotatoria l’esperienza pratica indica in quattro punti quelli che sono i requisiti base cui dovrebbe attenersi un progetto conforme alla sicurezza stradale, ossia:
- chiarezza;
- visibilità;
- inconfondibilità;
- congruità.
Un progetto di rotatoria che non rispetti gli standard normativi e di conformità tra elementi geometrici (solo per citarne uno, ricordiamo la necessità di verificare che venga imposta al veicolo in ingresso la corretta deflessione della traiettoria) può nascondere un peggioramento delle condizioni di sicurezza e quindi aumentare la probabilità degli incidenti o la loro gravità. Benché all’atto pratico vengano purtroppo spesso messi in secondo piano, non meno importanti sono il progetto dell’illuminazione, dell’arredo dell’isola centrale e della segnaletica orizzontale e verticale che – insieme a un corretto dimensionamento geometrico degli elementi dimensionali – contribuiscono a raggiungere un corretto livello di sicurezza dell’intersezione.