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I veicoli interconnessi sono il futuro?

L’Europa è in ritardo nel settore dei veicoli interconnessi, ma la Commissione vuole rimediare

I veicoli interconnessi sono il futuro?

Interconnessi, intelligenti, autonomi… saranno così le vetture del futuro? Ma cos’è, di preciso, un veicolo interconnesso? Già oggi alcuni dispositivi (GPS, cruise control, assistenti di parcheggio) facilitano la guida. Un veicolo interconnesso saprà interagire con gli altri veicoli e con l’infrastruttura stradale permettendo di ottimizzare la guida, ad esempio informando il conducente di incidenti, file o pioggia e regolare automaticamente la velocità di conseguenza.

Inoltre, l’obbligo di installare dal 2018 su tutti i veicoli nuovi il sistema eCall (che chiama automaticamente i soccorsi in caso d’incidente) aumenterà l’automatizzazione. L’esempio più spinto di veicolo connesso è quello, come la “Google car”, che non necessita di un conducente; si parla in questo caso di veicolo autonomo. Alcune Case automobilistiche hanno testato delle vetture senza i pedali dell’acceleratore e del freno, altre dei modelli nei quali non è necessario toccare il volante, altre ancora si “limitano” a sviluppare vetture interconnesse ma nelle quali il guidatore ha ancora il controllo totale del veicolo.

In ogni caso, l’Europa è in netto ritardo rispetto a Stati Uniti e Giappone. Preoccupata, la Commissione Europea ha messo in opera una serie di azioni per recuperare questo ritardo. Ne è la prova la creazione di un gruppo di lavoro, formato da rappresentanti delle Istituzioni europee, Autorità Locali, industria automobilistica. I suoi lavori sono durati per tutto il 2015 (e in parte continuano ancora) e hanno dato vita ad un rapporto pubblicato dalla Commissione, nel quale si spiega come intende rimediare. I Paesi Bassi, Presidente di turno dell’UE in questo semestre, hanno infatti posto la questione dei veicoli autonomi fra le proprie priorità e sperano di arrivare a una dichiarazione comune degli Stati membri in materia di sviluppo del settore.

  • Il GPS sulle vetture è ormai diventata una comune applicazione
    Il GPS sulle vetture è ormai diventata una comune applicazione
    Il GPS sulle vetture è ormai diventata una comune applicazione
  • La Google Car è il primo esempio di veicolo autonomo
    La Google Car è il primo esempio di veicolo autonomo
    La Google Car è il primo esempio di veicolo autonomo
  • Horizon 2020 è il programma europeo di ricerca e sviluppo
    Horizon 2020 è il programma europeo di ricerca e sviluppo
    Horizon 2020 è il programma europeo di ricerca e sviluppo
  • La mappa virtuale creata con il sistema HERE
    La mappa virtuale creata con il sistema HERE
    La mappa virtuale creata con il sistema HERE

Il primo passo non può che essere la ricerca. La Commissione ha annunciato che vuole mettersi al passo con i suoi principali concorrenti (gli USA hanno destinato un budget di circa 3,7 miliardi di Euro, per la ricerca e lo sviluppo dei veicoli autonomi nei prossimi dieci anni). L’Europa ha già stanziato 100 milioni di Euro per le ricerche sull’automatizzazione nel quadro del programma Horizon 2020. Il Commissario ai Trasporti Violeta Bulc ha dichiarato di aspettarsi i primi risultati entro il 2019. L’Unione Europea si aspetta molto anche dalla cooperazione internazionale, che considera il “motore” delle vetture interconnesse. Questo tipo di veicoli è infatti ritenuto capace di rendere i trasporti stradali più sicuri, più efficaci e più ecologici. Finora, come detto, ogni Casa automobilistica ha sviluppato i propri progetti in piena autonomia, ma la Commissione si augura una maggior cooperazione, in particolare (in collaborazione con i vari Governi nazionali), per quanto riguarda le infrastrutture.

Nuove tecnologie comportano automaticamente nuovi problemi. La Commissione deve quindi fronteggiare delle nuove sfide in campo legislativo, la prima delle quali è senza dubbio la sicurezza, seguita dalla privacy dei dati e dagli attacchi di pirati informatici al sistema. Negli Stati Uniti la Google car ha già percorso circa 1 milione di km di test su strada ed è stata coinvolta in svariati incidenti. In genere non è mai stata colpa sua ma almeno in un caso si è trattato di un incidente “in torto”, il che rimette in questione la presunta infallibilità del suo sistema di automatizzazione. In Germania, la Daimler ha ricevuto l’autorizzazione a testare il suo prototipo di veicolo autonomo su strada, a condizione di avere a bordo una persona pronta a prenderne il controllo in caso di imprevisti. Già lo scorso anno, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno deciso di legiferare in materia di veicoli interconnessi e autonomi. I Legislatori europei vogliono però essere prudenti; per Adina Valean, Vice Presidente del PE, “è ancora troppo presto per parlare dei veicoli autonomi, non per mancanza di tecnologia ma per la complessità dell’attribuzione delle frequenze e alla sicurezza delle reti”. La convenzione ONU sul traffico stradale è stata modificata lo scorso anno per autorizzare i veicoli autonomi, a condizione che ci sia un utilizzatore pronto a prenderne il controllo in caso di problemi. L’UE ha ratificato questo cambiamento, mentre gli USA non l’hanno ancora fatto.

Secondo alcuni esperti, la tecnologia attuale ha superato il quadro legislativo in vigore; oltre delle Norme sulla tecnologia, bisogna adottarne anche sulla sicurezza e sulla proprietà dei dati trasmessi dai veicoli interconnessi. La Commissione sta lavorando con varie Direzioni Generali (non solo i trasporti, ma anche le telecomunicazioni e il mercato unico) per definire un quadro legislativo unico, che comprenda non solamente gli aspetti tecnologici, quali le connessioni Internet a banda larga a 5G per le infrastrutture stradali e i veicoli, ma anche gli aspetti sociali (proprietà dei dati, privacy degli utenti). Già oggi i Costruttori automobilistici possono entrare in possesso di una serie di dati dei veicoli connessi, come il numero di viaggi effettuati, le destinazioni, il tempo e lo stile di guida, eccetera. Un’Associazione di Consumatori europea ha rivelato che le Case automobilistiche condividono regolarmente i dati raccolti in 12 campi. Molte di esse hanno firmato accordi con Società di telecomunicazioni per equipaggiare i loro veicoli con una connessione Internet. Ad esempio, i tre grandi Costruttori automobilistici tedeschi (BMW, Audi e Daimler) si sono alleati per acquistare il servizio cartografico HERE dalla Nokia in vista della sua utilizzazione sui veicoli interconnessi. Questo potrebbe portare ad un problema di ordine “etico”, in quanto la Società sarebbe sempre informata della posizione degli utenti e delle azioni effettuate; bisognerà quindi decidere per quanto tempo questi dati potranno essere conservati, da chi e chi potrà richiederli (ad esempio, in caso di incidente). L’ACEA (l’Associazione dei Costruttori automobilistici europei) ha fatto sapere che si conformerà alla Legislazione europea sulla protezione e la circolazione dei dati, ma non giudica necessaria una Direttiva specifica per i veicoli interconnessi.

Da un punto di vista commerciale, attualmente l’utente non ha voce in capitolo sulla scelta del sistema di telecomunicazione da utilizzare sul suo veicolo, in quanto la scelta spetta soltanto alla Casa costruttrice. Alcune Associazioni di Consumatori premono sulla Commissione perché obblighi i Costruttori ad installare più alternative (un po’ come è stato fatto per la scelta del navigatore Internet sui computer) e l’utente possa quindi scegliere quale usare, ma questa soluzione farebbe inevitabilmente lievitare i costi. Un sondaggio effettuato in 12 Paesi UE ha mostrato che il 95% degli intervistati sono favorevoli ad un sistema che permetta la scelta dell’operatore di telecomunicazioni e che vorrebbero poter scollegare la connessione Internet a bordo dei veicoli quando lo desiderano. Non deve infine essere sottovalutato il pericolo dei pirati informatici; lo scorso anno degli hacker sono riusciti ad entrare nel sistema digitale di una Jeep, disattivando l’impianto frenante. È facile immaginare i rischi e le possibili tragiche conseguenze di una tale azione sui veicoli autonomi. La Commissione intende presentare, entro fine 2016, una Legge sulla libera circolazione dei dati e delle telecomunicazioni, Legge che avrà sicuramente un impatto anche sul settore dei veicoli interconnessi.