Le strade nazionali d’Italia nacquero nel 1919 e da allora furono gli strateghi e i Gestori incontrastati della viabilità fino al secondo Dopoguerra, quando albeggiarono le prime concessioni autostradali in mano ai Privati. Esse, tuttavia, sorsero sempre sotto il controllo di ANAS fino a quando tre o quattro anni fa fu costituita l’ART, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, a cui fu affidata anche parte dei controlli, in particolar modo sulle tariffe dei pedaggi per le autostrade concesse. Questa, in breve, la scheda anagrafica di questa Società, già Ente, che – al di là delle alterne vicende – è pur sempre restata saldamente di proprietà dello Stato.
Solo di recente si è cominciato a parlare di privatizzazione, nelle forme già adottate per le ferrovie, in concomitanza dell’attuale Presidenza Armani. In particolare, si è ventilato un avvicinamento al Gruppo delle Ferrovie, ma l’operazione – presentata ancora pochi mesi fa come impellente – di ultimo si era un po’ raffreddata, probabilmente in coincidenza con il recente avvicendamento di Governo. Ma prima di Pasqua ha preso la rincorsa e la fusione ANAS/FS è saltata fuori dal Consiglio dei Ministri come la sorpresa dall’uovo.