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La Strada dei Parchi nei ricordi del Progettista

A oltre 50 anni dalla sua ideazione

La Strada dei Parchi nei ricordi del Progettista

Si trattava quindi di un’infrastruttura (la A24) necessaria, definibile socialmente utile, giacché di scarsa o di nulla redditività, per l’effettiva scarsità di traffico, i cui costi (di finanziamento e di efficienza) erano da riportare all’intera comunità: utenti e non.

All’attualità, i costi di finanziamento possono essere considerati risolti, mentre quelli di efficienza, peraltro molto vincolanti (per la presenza di molte opere d’arte a manutenzione programmata continua e di molti impianti tecnici d’esercizio, come – per esempio – l’illuminazione e la ventilazione delle gallerie), gravano totalmente sui pedaggi imposti agli utenti.

Inoltre, non può esser dimenticato il contributo che le Autostrade A24 e A25 hanno portato sia alla conoscenza sia allo sviluppo di numerose aree turistiche, come le stazioni sportive invernali o come le località di soggiorno estivo. Senza l’autostrada, la pratica diffusa di sport invernali sarebbe, in effetti, molto difficoltosa se non impossibile.

Infine, merita un cenno, la progettazione delle stazioni di esazione, a barriera, con porte reversibili, e particolarmente sistemate per essere ben viste e percorse dagli utenti. Esse, infatti, sono disposte in posizione di poco sollevata, rispetto alle livellette di accesso, al fine di essere correttamente visualizzate, e facilitare così le manovre di rallentamento o accelerazione dei veicoli in approccio o in uscita. 

Gli aspetti storiografici

La storia dell’Autostrada A24 ebbe inizio nel 1960, quando fu costituita la Società Autostrada Roma-Civitavecchia (S.A.R.C.). Nel 1961, il nome mutò in Società Autostrade Romane SpA; nel 1963, la S.A.R. ottenne dall’ANAS la delibera relativa alla costruzione di un’autostrada tra Roma e la costa adriatica, provvedendo quindi al collegamento trasversale tra l’Autostrada del Sole e quella Adriatica.

Per la sua realizzazione, furono valutati vari percorsi. Nelle intenzioni originali, era previsto un singolo attraversamento degli Appennini per la via più semplice, ovvero via Torano, Avezzano, Popoli e la valle del fiume Aterno-Pescara (quella che poi divenne la A25).