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La nuova Via della Seta – seconda parte

Per concretizzare gli obiettivi del Paese, secondo la Cina lo strumento migliore è quello di realizzare una cintura economica che ripercorra le tracce della Via della Seta, comprendendo quindi anche l’Europa quale terminale occidentale

La nuova Via della Seta - seconda parte

In particolare, a Trieste è atteso il benestare dell’Autorità di sistema portuale per una free zone dedicata agli investimenti cinesi nella logistica. Gli interessi cinesi non si stanno limitando all’Adriatico, ma coinvolgono anche il sistema portuale di Genova e Savona, primo sistema di scalo merci per il Nord-Ovest del Paese e per i collegamenti ferroviari e autostradali con Francia, Spagna, Germania e il Nord Europa.

Il Presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona sta valutando un memorandum per la costituzione di una Società con il più grosso Gruppo di costruzioni cinese CCCC (China Communications Construction Company) per la realizzazione di alcune grandi opere necessarie al sistema logistico ligure.

Al di là della pianificazione globale dichiarata delle vie marittime, la BRI si sta diramando nei terminali europei con azioni mirate ad ampliare significativamente il proprio raggio d’azione.

Attualmente sono previsti oltre 1.300 progetti di investimento; a questi bisogna aggiungere, come nel caso dei porti italiani, un congruo numero di iniziative parallele, finalizzate al medesimo scopo.

I porti chiave lungo la Via sella Seta Marittima sono stati definiti ed è possibile stilarne la lista:

  • Kuantan (Malaysia);
  • Kyaukpyu (Birmania);
  • Jakarta (Indonesia);
  • Colombo e Hambantota (Sri Lanka);
  • Gwadar (Pakistan);
  • Gibuti;
  • Mombasa (Kenya);
  • Pireo (Grecia).