L’AGGIORNAMENTO DELLE NORME PER LE INFRASTRUTTURE STRADALI: LA PROPOSTA DI ASIT
Le criticità in termini di incompletezza e frammentazione delle Norme riguardanti le infrastrutture stradali che, comprendendo le raccomandazioni non cogenti sono più di 350, sono ben note ed ancor più evidenti se si considerano fattori quali le nuove forme di mobilità, la sicurezza e la sostenibilità.
In alcuni casi, le Norme sono contradditorie e in altri, nonostante la rilevanza delle tematiche – prima fra tutte l’adeguamento delle strade esistenti – del tutto assenti. La necessità di aggiornare e coordinare l’attuale quadro normativo, secondo ASIT, non dovrebbe riguardare la sola progettazione bensì anche la costruzione, la gestione e la manutenzione in quanto, da troppo tempo, nelle infrastrutture stradali si opera senza i necessari riferimenti. L’aggiornamento della Normativa dovrebbe basarsi su un approfondito confronto tra il mondo della ricerca scientifica e i responsabili delle scelte politiche riguardanti la gestione del patrimonio stradale, gli Enti gestori e i Progettisti.
Considerato, inoltre, che il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, tra le azioni necessarie per limitare i fattori di rischio dell’incidentalità, individua l’aggiornamento dei criteri di progettazione delle strade, ASIT, nell’ambito della propria attività istituzionale, ha da tempo attivato un’apposita Commissione, composta dai Docenti di 11 sedi universitarie. L’elaborazione, in seno alla Commissione Normativa di ASIT, dei contenuti e della struttura che dovrebbero caratterizzare una Normativa stradale aggiornata, sollecita alcune riflessioni sulle modalità con le quali la Normativa esistente, di cui è utile ripercorrere brevemente la storia, si è venuta formando nel nostro Paese.
CENNI STORICI
Fino alla fine degli anni Sessanta, la Normativa stradale aveva un carattere non cogente ed era pubblicata congiuntamente dal CNR e dall’UNI. L’attività del CNR proseguì per circa un triennio, anche dopo la promulgazione del Nuovo Codice della Strada (1992), con la pubblicazione di numerosi Bollettini Ufficiali (BU), in parte tuttora utilizzati.
L’elaborazione delle “Norme” avveniva in seno ad una Commissione permanente, la cui composizione era tale da garantire che fossero rappresentate le istanze delle diverse categorie interessate: Amministrazioni Pubbliche, Enti gestori, Associazioni di utenti e di tecnici operanti nel settore, il mondo della ricerca industriale e quello universitario.
La Commissione provvedeva ad individuare quali aspetti dovessero essere oggetto di una nuova regolamentazione o di un aggiornamento e si distingueva fra “Norme”, a carattere più stringente, e “istruzioni” con funzioni di indirizzo. In seguito, con l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada, si stabilì che spettasse al Ministro delle Infrastrutture emanare le “Norme funzionali e geometriche per la costruzione il controllo e il collaudo delle strade e dei relativi impianti e servizi”.
Il Codice fissava anche le finalità fondamentali che le Norme dovevano perseguire e stabiliva che le Norme fossero aggiornate ogni tre anni; cosa in realtà mai realizzatasi. Nel 2001, furono emanate, con D.M., le prime Norme cogenti: “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” che, come è noto, coprono solo parzialmente l’oggetto normativo individuato dal Codice.
In due successivi Decreti, fu precisato che tali Norme si applicavano unicamente ai nuovi tronchi stradali (2004), in attesa dell’emanazione, mai avvenuta, di una specifica Normativa per quelli esistenti, e fu pubblicata la Normativa per la costruzione delle intersezioni stradali (2006).
La pubblicazione dei Decreti citati era il risultato di una serie di attività di studio e ricerca promosse, fra la seconda metà degli anni Novanta e la prima metà degli anni 2000, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed effettuate da gruppi ad hoc, costituiti da personale di diverse sedi universitarie italiane. Dopo questo sforzo iniziale, pur essendo evidente nell’ambiente scientifico, l’esigenza di un aggiornamento normativo, anche alla luce delle modifiche apportate, nel frattempo, al Codice della Strada, non è stata pubblicata alcuna revisione, nonostante il fatto che, anche il recepimento delle Direttive europee in molti casi richieda un aggiornamento delle Norme vigenti.
LA NECESSITÀ DI UNA COMMISSIONE PERMANENTE
Constatata, quindi, l’esigenza di una “manutenzione” attenta e frequente delle Norme per tendere, in prospettiva, all’obiettivo indicato dal Codice (aggiornamento triennale), occorre predisporre gli adeguati strumenti di gestione del processo di formazione e aggiornamento del corpo normativo.
Il soddisfacimento di tali esigenze, secondo l’ASIT, non può fare a meno di una struttura permanente costituita presso il Ministero competente.
Per la sua realizzazione si potrebbe fare riferimento all’esperienza, sicuramente positiva, che ha portato alla pubblicazione delle “Norme” CNR, incentrata sulla capacità propositiva e di controllo della Commissione “Strade” e su quella attuativa dei gruppi di lavoro che, in futuro, potrebbero essere anche esterni alla Commissione. La nuova Commissione, potrebbe essere permanentemente insediata presso il Ministero e la sua prima attività dovrebbe consistere nella ricognizione delle attuali esigenze di settore, al fine di creare un database strutturato di tutte le norme e del loro stato di cogenza e aggiornamento.
La Commissione, per ciascun aspetto dei processi di costruzione (progettazione e realizzazione), di collaudo e gestione (controllo, manutenzione, adeguamento) di una infrastruttura stradale, dovrebbe individuare l’esistenza di un documento normativo di riferimento (cogente o meno), specificandone il livello di elaborazione, l’eventuale necessità di aggiornamento oppure, in mancanza, la necessità di emanare una Normativa specifica precisandone la tipologia (D.M., circolare, linee guida).
LA PROPOSTA DELL’ASIT
La Commissione Normativa dell’ASIT, dopo alcuni mesi di lavoro, ha predisposto un documento (Norme tecniche per le strade: Progettazione, Costruzione, Esercizio e Manutenzione) che contiene, in forma strutturata, gli argomenti che richiedono di essere integrati e coordinati al fine di superare l’attuale inadeguatezza del corpo normativo.
Tra le tematiche da includere nella nuova Norma, che sarebbe articolata in tre parti, una generale e due applicative, oltre all’aggiornamento delle norme geometriche esistenti, possiamo elencare:
- il coordinamento della progettazione degli archi e delle intersezioni;
- la sicurezza, sia in fase di progettazione sia di gestione;
- le opere d’arte, incluse le gallerie;
- le sovrastrutture stradali, dal punto di vista dei carichi e delle prestazioni;
- le infrastrutture per la mobilità attiva e sostenibile ed i criteri ambientali minimi;
- la gestione delle strade esistenti, comprendente i sistemi informativi, il monitoraggio, la manutenzione e l’adeguamento.
Il documento è stato presentato ad un seminario sul tema, organizzato dalla World Road Association (PIARC), al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’ANAS, il CNI e numerose sedi universitarie. In seguito, la proposta è stata inviata al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che, istituzionalmente, dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel processo di revisione ed aggiornamento normativo.
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