Le tappe di un lungo cammino
Le considerazioni che esporrò si possono considerare un punto di arrivo, e anche di ripartenza, di un lungo cammino per me iniziato negli anni Ottanta del secolo scorso, quando in occasione degli allargamenti a tre corsie delle autostrade ex IRI ho voluto e messo a punto la prima pista di crash test italiana nel territorio di Anagni (FR), oggi divenuta la pista AISICO di Pereto (AQ).
Le tappe principali di questo percorso evolutivo, più volte da me presentato in questa rivista, hanno portato alle idee attuali risolutrici di molti problemi. Le loro applicazioni, già in pieno sviluppo, assicureranno finalmente l’ottenimento sulla strada dei livelli di resistenza e ridirezione rilevati nelle piste di prova, per anni millantati ma non ottenuti sulla strada.
La loro integrazione con verifiche su modello e con una serie di prove dinamiche semplificate rappresentano un ritorno galileiano (non solo formale quindi) alla gestione della complessa materia, sia per la progettazione delle soluzioni che per i risultati ottenibili nella realtà.
Gli effetti biomeccanici reali sui trasportati, da valutare con nuovi criteri rispetto agli ormai obsoleti indicatori delle Norme, costituiscono l’ulteriore avanzamento possibile nella valutazione dell’efficacia di queste protezioni “passive”, ma questo lo vedremo in altri articoli.