Che la segnaletica stradale – specialmente in presenza di cantieri e situazioni temporanee spesso legate a eventi di emergenza – sia inadeguata e sbagliata ma anche illogica e soprattutto poco visibile la notte è una triste costante.
C’è una convinzione diffusa che un sovrannumero di segnaletica stradale sia garanzia di tutela (non ci è dato capire se tutela per l’utenza oppure per l’Ente Proprietario della Strada o per chi effettua i lavori) e, all’opposto, che un semplice segnale di divieto su una transenna pedonale sia più che sufficiente.
Ciò che accomuna le due casistiche è una quasi sistematica assenza di controllo da parte degli Organi che ne hanno il dovere, ma anche l’altrettanto quasi sistematica inosservanza dell’utenza.
Viene effettivamente difficile, trovandosi alla guida, interpretare correttamente decine d’informazioni errate o assumere comportamenti adeguati da informazioni scarse o poco visibili.
L’omessa vigilanza dei cantieri stradali
In uno dei tanti Comuni d’Italia, il caso ha voluto che una delle situazioni appena rappresentate abbia cagionato la morte di alcune persone, con conseguente condanna del Comandante della Polizia Locale – nella sua qualità di responsabile dei servizi di viabilità e con il potere di emettere Ordinanze relative alla circolazione stradale.
Si tratta della sentenza n° 20110 del 29 Marzo 2018 della Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione, che dovrebbe indurre tutti i Funzionari delle Pubbliche Amministrazioni a un maggiore controllo e richiamare la loro attenzione sulle proprie responsabilità.