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Barriere stradali di sicurezza in A22 – prima parte

Le soluzioni “Autobrennero” alle richieste e alle criticità del contesto normativo odierno in merito a barriere stradali di sicurezza

Barriere stradali di sicurezza in A22 – prima parte
Direttiva Ministero Infrastrutture e Trasporti n° 3065 del 25 Agosto 2004

Si tratta di una Direttiva specifica relativa ai criteri di progettazione, installazione, verifica e manutenzione dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali. Vengono ribaditi ruoli e responsabilità, senza però offrire strumenti tecnici per ottemperare a tali incombenze. Viene anche proposta una scheda di rilievo-base dello stato di fatto, certo utile e propedeutica ad un’efficace pianificazione degli interventi ma non sufficiente a definirne modalità e tecniche. La Direttiva ha però il merito di sollecitare “gli Enti proprietari e gestori sui compiti agli stessi assegnati dall’art. 14 del nuovo Codice della Strada in merito al controllo dell’efficienza tecnica della strada (…), con particolare riferimento alle modalità di installazione, provvedendo, laddove tali condizioni non siano ritenute sufficienti, a programmarne l’adeguamento”. Inoltre, la Direttiva richiama gli stessi Enti a una puntuale applicazione dell’art 7 del D.M. 223/92, che richiede – come più sopra esplicitato – l’attivazione di una procedura permanente di controllo dell’efficienza e funzionalità delle barriere.

Direttiva 2008/96/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, di data 19 Novembre 2008 (e successivo D.Lgs. attuativo n° 35 del 15 Marzo 2011)

Si tratta di un passaggio molto importante sulla “sicurezza stradale”, essendo per la prima volta affrontato l’argomento in modo organico e strutturato, prevedendo:

  • una valutazione dell’impatto sulla sicurezza già in fase di progettazione delle infrastrutture stradali;
  • controlli e verifiche periodiche della sicurezza stradale;
  • classificazione e gestione della sicurezza della rete stradale;
  • attività formative specifiche di controllori tecnici esperti sul tema;
  • condivisione e scambi di “best practices” in ambito internazionale.

Dal Gennaio 2016 il Decreto si applica anche alle strade appartenenti alla rete di interesse nazionale, oltre che alle strade della rete trans-europea. Entro il 31 Dicembre 2020 le Regioni e le Province Autonome dovranno emettere la disciplina riguardante la gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali di competenza. Anche in questo caso, i principi informativi sono ben dettagliati ma stentano ad essere applicati, ad esempio nella formazione dei tecnici “controllori” della sicurezza stradale.

D.P.R. 5 Ottobre 2010, n° 207 (Regolamento di esecuzione del D.Lgs 12 Aprile 2006, n° 163)

Introduce, all’art. 79 comma 17, l’obbligo per l’esecutore di presentare una certificazione del Produttore sul corretto montaggio e istallazione delle barriere di sicurezza stradali. Nello specifico, la suddetta Norma dispone: “Per i lavori della categoria OS 12-A, ai fini del collaudo, l’esecutore presenta una certificazione del Produttore dei beni oggetto della categoria attestante il corretto montaggio e la corretta installazione degli stessi”.

D.M. Infrastrutture e Trasporti 28 Giugno 2011

Questo Decreto ha il merito di introdurre i contenuti minimi del manuale per l’utilizzo e l’installazione dei dispositivi di ritenuta stradale. La redazione del manuale è a carico e responsabilità del Produttore ed offre un supporto tecnico (ancorché minimo) al Progettista dell’installazione.

Conclusioni

Dal breve excursus normativo proposto, emergono con evidenza alcuni aspetti così sintetizzabili:

  • le Norme di prodotto, che identificano le diverse tipologie di barriere, sono ormai ben note e consolidate (UNI EN 1317);
  • ad oggi non esistono ancora Norme di rilevanza nazionale relativamente ai “criteri di installazione dei sistemi di sicurezza stradale”;
  • le già esigue indicazioni sulle modalità di gestione e manutenzione dei sistemi di ritenuta spesso non vengono applicate;
  • non esistono figure professionali e/o ambiti formativi specifici sull’argomento, tranne poche eccezioni in ambito universitario.

Il concorso di tali aspetti ha generato in Italia una situazione di diffusa incertezza sull’argomento, in fase progettuale, in fase esecutiva, come anche nelle fasi gestionali e manutentive. Rimangono di fatto senza riferimenti normativi certi, numerose domande e problematiche:

  • a quale distanza dal bordo stradale un ostacolo necessita di protezione?
  • quanto prima dell’ostacolo deve iniziare la protezione? E quanto dopo deve proseguire?
  • come proteggere ostacoli strettamente in fregio alla carreggiata, quali ad esempio alberature, pali di illuminazione, portali di segnaletica, barriere antirumore?
  • come trattare punti singolari, quali i varchi per passaggi pedonali e/o di servizio, senza determinare punti critici?
  • come risolvere il problema dell’ingombro laterale dei sistemi di ritenuta in presenza di banchine ridotte?
  • come verificare le strutture su cui vengono installate le barriere (cordoli, muri, banchettoni, terreni con caratteristiche geotecniche diverse)?
  • come risolvere adattamenti della tipologia omologata, per esempio in presenza di infissione ridotta dei montanti, di passo diverso dei montanti, di piano viabile mutato a seguito di asfaltature successive?
  • come trattare lunghezze ridotte di barriera, che non ne garantiscono l’ottimale funzionamento in continuo (ad esempio, fra due accessi)?
  • come proteggere i portali delle gallerie senza determinare punti critici? Analogamente, come proteggere le piazzole di emergenza in galleria?

I quesiti sarebbero molti altri ancora: non si tratta, infatti, di dare un elenco di situazioni da proteggere, ma di offrire strumenti tecnici e scientifici, software, conoscenze progettuali e di calcolo che rendano possibile affrontare, e risolvere dal punto di vista ingegneristico, le diverse, innumerevoli situazioni che la realtà può presentare. Si tratta, in fondo, della svolta che ogni nuova tecnica deve prima o poi affrontare: dalla semplice applicazione di regole già note, all’individuazione di leggi scientifiche alla base delle stesse, così da liberare creatività e, per l’appunto, “ingegno” dell’Ingegnere chiamato a studiarne l’applicazione. È perciò opportuno ed auspicabile uno sviluppo dell’attività scientifica, formativa e divulgativa sull’argomento, basata però sull’input di una Normativa che definisca omogenei criteri di installazione delle barriere.

Qui la seconda parte: https://www.stradeeautostrade.it/viabilita/segnaletica-e-sicurezza/2016-09-15/barriere-stradali-di-sicurezza-in-a22-seconda-parte-54648/ e su “S&A” n° 119.