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Fascicolo n° 152 Marzo/Aprile 2022

Strade e Autostrade 152

Aumento dei costi delle materie prime: i lavori pubblici sono a rischio inadempienza?

Il prezzo adeguato di un contratto di appalto pubblico, per l’eccezionale ondata di aumenti registratasi a partire dal terzo quadrimestre 2020, è un nodo che sta creando difficoltà alle opere di Genio Civile. Questo fenomeno è tale che viene messa a rischio non solo la partenza e l’avanzamento delle nuove opere ma soprattutto il proseguimento dei cantieri in corso di esecuzione.

Inoltre la nuova situazione creata con il conflitto in Ucraina e il balzo dei prezzi dell’energia limitano il programma di ripresa per l’Italia e mettono in discussione l’opportunità addirittura di riscrivere il PNRR e allungarne le tempistiche temporali.

L’Italia stava già rallentando prima della guerra, così come il problema energetico era già presente. Il conflitto ha accentuato la crisi energetica e mette più a rischio la ripresa, fondamentale per rispondere al nostro elevato debito pubblico.

PNRR e piano complementare sono solo una parte degli investimenti in opere pubbliche: sono il 60% dei 104 miliardi previsti per infrastrutture e mobilità grazie anche agli interventi della Legge di Bilancio e al recente anticipo dell’Fsc.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una prospettiva integrata di investimenti che riguardano i prossimi dieci anni. Complessivamente il MIMS ha l’obiettivo di raggiungere sette traguardi di cui quattro per riforme e tre per investimenti entro il 2022.

Al MIMS va dato atto di aver distribuito le risorse del PNRR in tempi molto rapidi. Ma i Costruttori guardano con timore alla capacità di spesa della Pubblica Amministrazione: Regioni, Province e Comuni da cui dipende il 40% degli investimenti.

Sul caro prezzi legato all’aumento delle materie prime il Ministro Giovannini ritiene di aver fatto molto di più del minimo indispensabile invitando Rfi e Anas a rivedere il loro prezzario, destinando anche un fondo per integrare l’aumento dei costi sostenuti dalle Stazioni Appaltanti.

All’orizzonte ci sono i nuvoloni neri del caro-energia e del caromateriali, la difficoltà a trovare manodopera e ora anche la crisi Russia-Ucraina con il forte aumento per la spesa energetica. A giudizio delle Imprese di costruzione, la nuova revisione prezzi è insufficiente, con il rischio di gare deserte e lavori lasciati a metà.

In prospettiva, da scongiurare, il settore dei lavori pubblici potrebbe arrivare al default in termini economici. Anche il meccanismo di revisione obbligatoria dei prezzi introdotto con il Decreto Sostegni ter, per far fronte al caro-materiali, non è sufficiente e oltretutto potrebbe creare ulteriori problemi tra Imprese e Stazioni Appaltanti, generando una spirale di contenziosi e riserve.

Un altro grande problema evidenziato è che la nuova revisione prezzi vale solo per gli appalti banditi dopo il 27 Gennaio di questo anno, escludendo tutti i contratti in corso di revisione, ai quali potrà applicarsi soltanto il meccanismo di compensazione, giudicato dalle Imprese molto povero e complicato.

Il nuovo sistema di revisione copre solo l’80% dei maggiori costi sopportati dall’Impresa, quindi è un netto peggioramento per gli operatori del settore anche rispetto al sistema previsto dal precedente Decreto Legge che prevedeva il 100% del riconoscimento dell’importo.

Un grave rischio è stato la scelta di subordinare il meccanismo di revisione prezzi al rispetto del cronoprogramma dei lavori. La Norma sovrappone due temi delicati in maniera semplicistica, con conseguenti aumenti del livello di contenziosi tra Committente e Appaltatore, e conseguenti probabili ulteriori esborsi futuri di denaro pubblico.

Il mancato rispetto del cronoprogramma dei lavori oltretutto non consente la compensazione degli extra-costi alle Imprese, anche se questa circostanza potrebbe dipendere da cause non imputabili all’Appaltatore, in particolare per gli appalti complessi come quelli in corso di realizzazione del PNRR. Sono perciò auspicabili correttivi immediati.

Il rischio di gare deserte e lavori in corso interrotti è grave: è necessario correggere il tiro, altrimenti il sistema si paralizzerebbe e l’intera filiera ne subirebbe conseguenze. Si configurerebbe uno scenario in cui i Subappaltatori preferiranno risolvere il contratto, anche pagando penali, piuttosto che sostenere aggravi di costi che li porterebbero al fallimento.

Oggi, l’art. 29 del DL Sostegni-ter – presentato come la soluzione ai problemi – non offre purtroppo alcuna risposta efficace. Le opere si stanno lentamente fermando, quelle nuove non partono e il contenzioso aumenterà.

Claudio Capocelli

Scarica il Sommario alla pagina http://www.edi-cem.it/home/strade-autostrade/

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