Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Fascicolo n° 117 Maggio/Giugno 2016

Fascicolo n° 117 Maggio/Giugno 2016

Le riforme delle procedure per accelerare le grandi opere ed eliminare i vizi

I provvedimenti di riforma che il Governo con determinazione sta portando avanti contro i veti sulle grandi opere si concentrano soprattutto sulla semplificazione del Titolo V. Una battaglia a mio parere giusta contro i blocchi e i tempi lunghi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche e private fatta di vere riforme.

La prima è quella Costituzionale, la “Riforma Madia”, oramai in via di compimento e in attesa del Referendum per arrivare a modificare il Titolo V del 2001 che, in quell’anno, cambiò per sempre lo scopo della Legge Obiettivo, uno dei tanti tentativi di accelerare le grandi opere di interesse e priorità nazionale che fu invece vittima della decisione della Consulta di fare accordi con tutte le Regioni per inserire nella corsia preferenziale le opere gradite alle Regioni stesse. Questa trattativa inopportuna provocò il fallimento della Legge Obiettivo portando, dopo 15 anni, al risultato di un basso tasso di realizzazione effettiva delle opere (intorno al 10%), anche se questa non fu la sola causa: tra le molte cose che non andavano, l’esempio forse più eclatante era la Direzione Lavori  affidata al General Contractor.

La seconda è la nuova Riforma degli Appalti andata in vigore il 18 Aprile che sta incontrando un difficile passaggio di transizione, anche se l’ANAC precisa che non ci sono dubbi interpretativi. Il problema dell’entrata in vigore troppo brusca c’è ed era prevedibile che inizialmente potesse nascere qualche difficoltà. Per le Amministrazioni, però, non ci saranno scappatoie, perché i Bandi pubblicati fuori tempo massimo sono tutti a rischio di essere bloccati. Al di là delle pubblicazioni ufficiali, però, tra i Responsabili degli uffici gare nella Pubblica Amministrazione domina un’intuibile incertezza. Gli altri due provvedimenti importanti riguardano i poteri sostitutivi e la riforma della Conferenza dei Servizi che sono invece in corso.

Il regolamento fortemente innovativo della Legge Madia impone il dimezzamento dei tempi per la realizzazione delle opere pubbliche e private che attiva poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio per opere di priorità nazionale. Al Presidente della Regione spettano invece i poteri per opere di competenza locale. Peccato che la resistenza sia fortissima e per ora si sia espressa in un parere critico delle Regioni stesse nella conferenza unificata. Ci si dibatte sempre negli stessi problemi da oltre un ventennio: del resto, siamo in un Paese in cui per completare una grande opera, dall’avvio della progettazione al collaudo, servono in media 14 anni e 7 mesi.  Il 42% dei ritardi di consegna delle opere sono dovuti ai tempi morti di ordinaria burocrazia che si perdono nel passaggio da una fase all’altra, da una PA all’altra, da un parere all’altro. Nella sola fase precedente all’esecuzione dei lavori, dalla progettazione all’affidamento, i tempi incidono per oltre il 60% del tempo totale. Un numero che indica come, in nessun altro Paese, il “male italiano” della lentezza dei procedimenti amministrativi sia collegato alla realizzazione di infrastrutture.

I vizi del sistema sono evidenziati dalle inchieste: troppe variabili in corso d’opera e valutazioni troppo discrezionali sulle varianti, gare al massimo ribasso truccate o falsate. Una fase difficile quella che tocca il mondo degli appalti, una transizione appena cominciata, insidiosa e dall’esito tutt’altro che scontato. L’ANAC ha pubblicato le prime Linee Guida, altre sono in arrivo. Vedremo se saranno sufficienti a chiarire i dubbi.

Il Governo ha tenuto fede all’impegno di varare – entro il 18 Aprile – il nuovo Codice degli Appalti che impone una rivoluzione ed elimina molti vizi, gettando le basi per chiudere con tutto questo malaffare. Vi proponiamo infatti diversi interessanti articolo a riguardo. A maggior ragione, pertanto, è necessario fare in fretta, accorciare la transizione, garantire risorse e strutture per “regolare” il settore in modo nuovo, mettendo ordine, compiendo una rivoluzione della normalità, come il Ministro Delrio dichiara nell’intervista dal titolo “L’uomo che… avanza con juicio” che trovate a pagina 191 del fascicolo.

Claudio Capocelli

Scarica il Sommario alla pagina http://www.edi-cem.it/home/strade-autostrade/