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Un miglioramento strutturale per il porto di Napoli

Trevi SpA all'opera nella trasformazione dell'attuale Darsena di Levante in un nuovo terminal capace di accogliere fino a 800.000 TEU all'anno: l'attuale volume commerciale si raddoppia

Un miglioramento strutturale per il porto di Napoli

Tra la lastra in calcestruzzo armato e lo strato in misto cementato verrà interposta una barriera al vapore, per evitare fenomeni di risalita capillare e fenomeni fessurativi, favoriti dal collegamento tra la lastra e la fondazione durante la presa e la maturazione del calcestruzzo.

La conterminazione a terra con diaframma plastico

La cinturazione a terra, prevista lungo i moli e in area Tirreno Power della cassa di colmata, viene realizzata con una barriera costituita da una serie di pali secanti il cui fusto è formato da calcestruzzo ad alta impermeabilità (fino a 10–11 m/s). La tecnologia del palo secante (CSP), adottata a seguito di variante, si è dimostrata vincente rispetto ad altre tecnologie, nell’attraversare il difficile e molto eterogeneo strato di riempimento di banchina. Spesso all’interno degli stessi riempimenti si rinviene materiale proveniente da scarti di demolizione con tutte le difficoltà del caso relative all’avanzamento durante la perforazione e nei confronti della garanzia di omogeneità del risultato in termini di impermeabilità del diaframma. La tecnologia dei pali plastici CSP ha permesso di superare tali difficoltà ottenendo omogeneità di risultato e un livello prestazionale garantito in termini di impermeabilità richiesta.

La potenza e la flessibilità dell’attrezzatura utilizzata per l’intervento (perforatrice SR100 Soilmec in configurazione CSP) hanno permesso di superare brillantemente ogni difficoltà incontrata durante la fase di perforazione. La macchina, del peso di 100 t, è dotata di un’antenna di altezza pari a 28 m e di una doppia rotary che aziona contemporaneamente l’elica continua e il casing esterno. Il diaframma è composto da una serie di pali secanti di 1 m di diametro, posti a 70 cm d’interasse, realizzati in modo alternato, procedendo cioè con la realizzazione di pali primari, intersecati, successivamente in seconda fase, da pali secondari. I pali sono spinti a una profondità di 27 m circa da piano banchina, così da intestarsi per almeno un metro nello strato tufaceo.

Per questo intervento è stato studiato ad hoc un mix-design per conferire al calcestruzzo utilizzato bassissimi valori di permeabilità (test su campioni prelevati hanno fornito valori del coefficiente di permeabilità k dell’ordine di 10-11 m/sec.).

Le opere di presa e di scarico della centrale elettrica Tirreno Power

Al momento la Darsena di Levante è funzionale all’esercizio della centrale elettrica Tirreno Power come bacino per l’acqua del sistema di raffreddamento e di antincendio. Tale funzione sarà mantenuta nell’area attraverso nuove opere di presa e di scarico, integrate nelle strutture della banchina.

Il nuovo sistema di presa sarà costituito da condotte in resina rinforzata con fibre di vetro, del diametro di 2.100 mm, necessarie per collegare la vasca pompe della centrale all’opera di presa, un cassone cellulare, di dimensioni 25,5×16 m e di altezza par a 13,6 m, realizzato in un bacino di carenaggio esterno all’area di cantiere e successivamente portato in galleggiamento e varato in fregio alla nuova banchina sulla zona di sporgente.

Il nuovo scarico verrà realizzato sul fronte della nuova banchina, a circa 300 m dalla nuova opera di presa ed è costituito da una condotta scatolare in c.a. da gettare in opera e da un cassone cellulare realizzato in bacino di carenaggio esterno, così come avvenuto per il cassone dell’opera di presa.

Dragaggi ambientali, salpamenti e demolizioni

Tra le molteplici attività previste dal complesso progetto di trasformazione della Darsena di Levante è compreso il dragaggio di circa 40.000 m3 di sedimenti contaminati da idrocarburi presenti sulle aree di pertinenza del palancolato individuati dalla caratterizzazione di progetto nella zona dello sporgente e in parte tra i due moli. Tale attività, già completata, ha permesso la bonifica preventiva delle aree sulle quali sorgerà la struttura di banchina. Contemporaneamente all’attività di dragaggio è stata condotta un’importante attività di caratterizzazione dei sedimenti per lotti da 1.000 m3 e di relativo smaltimento conformemente a quanto previsto dalla vigente normativa in materia ambientale.

Le altre attività cruciali di tipo marittimo svolte nell’ambito degli interventi previsti in progetto sono quelle del salpamento di scogliere artificiali o in massi naturali e la demolizione delle strutture di testata dei moli esistenti (già eseguita quella del molo di Levante) interferenti con la costruenda struttura di banchinamento.