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Taranto, così il porto cambierà la città

Sergio Prete, Presidente e Commissario Straordinario dello scalo marittimo pugliese, ha un obiettivo ambizioso: Rilanciare la martoriata economia cittadina investendo sulle infrastrutture portuali, dai dragaggi alla piattaforma logistica fino al nuovo terminal container

Taranto, così il porto cambierà la città

“S&A”: “Dall’adeguamento del Polo Settoriale al Quinto Sporgente fino alla Piattaforma Logistica: cosa farà ‘da grande’ il porto di Taranto? Si concentrerà sul transhipment? Oppure si candiderà a porto di destinazione per container, rinfuse e merci varie?”.
“SP”: “Guardi, l’intenzione di andare oltre il transhipment c’è sempre stata, e oggi vale più che mai. Occorre rafforzare la vocazione del porto per i container e per le merci industriali, ma dobbiamo anche diversificare aprendoci anche ad altri settori, penso ad esempio all’agroalimentare. Ampliando le banchine e migliorando i collegamenti stradali e ferroviari, da Taranto i mercati italiani ed europei sono facilmente raggiungibili. Del resto, la programmazione comunitaria delle TEN-T ci ha individuati come port e gateway del Corridoio V”.

“S&A”: “Lei è un Avvocato e un Esperto di Diritto Marittimo. Si aspettava, da presidente dell'Autorità Portuale, di trovare tanti ostacoli nell’esercizio del suo ruolo?”.
“SP”: “Sinceramente non mi aspettavo la concomitanza di tanti fattori negativi (trasferimento delle linee di Evergreen al Pireo, sequestro Ilva, crisi internazionale, nazionale e locale, burocrazia). In questo momento, viene chiesto soprattutto di dare impulso alla realizzazione delle opere infrastrutturali di adeguamento competitivo ed ambientale del porto. Ogni tanto c’è stato un po’ di scoraggiamento, ma credo che gli ostacoli – per quanto numerosi – non debbano fermare la nostra azione. Devono darci invece la forza di andare avanti con sempre maggior dinamismo e trasparenza, ed è quello che stiamo facendo”.

“S&A”: “Qual è la sua più grande aspirazione dal punto di vista professionale?”.
“SP”: “C’è stata l’epoca del porto industriale, poi quella del transhipment. Ora il mio sogno è quello di trasportare Taranto in un porto di ‘terza generazione’, necessariamente multisettoriale: rinfuse, prodotti industriali, container. Taranto può diventare un hub logistico e intermodale strategico ed offrire servizi di integrati che conferiranno valore aggiunto alle merci in arrivo e partenza dallo scalo jonico. Abbiamo una posizione strategica davvero unica a livello internazionale, sino ad ora sfruttata solo per l'utilizzo industriale, e possiamo fungere da ponte con i mercati esteri, rilanciando un’economia territoriale in forte difficoltà. Io ci credo, il Governo e gli Enti regionali e locali ci credono. Purtroppo dobbiamo avere un altro poco di pazienza a causa delle lungaggini tipiche del nostro Paese ma il processo di trasformazione è ormai partito”.