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Taranto, così il porto cambierà la città

Sergio Prete, Presidente e Commissario Straordinario dello scalo marittimo pugliese, ha un obiettivo ambizioso: Rilanciare la martoriata economia cittadina investendo sulle infrastrutture portuali, dai dragaggi alla piattaforma logistica fino al nuovo terminal container

Taranto, così il porto cambierà la città

Ilva, dragaggi che non partono, porto container in panne, immigrati, crisi. Più che un quadro economico, sembra un bollettino di guerra. Eppure al porto di Taranto c’è chi sta concentrando tutte le sue energie per far ripartire il più importante scalo marittimo pugliese, che fino a qualche anno fa contendeva a Genova e Gioia Tauro la leadership italiana. È il Prof. Avv. Sergio Prete, 47 anni, tarantino con alle spalle una prestigiosa carriera di Avvocato e di Docente di Diritto della Navigazione nell’Università Aldo Moro di Bari. Dal 7 Giugno del 2011 è il Presidente dell’Autorità Portuale.

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  • Il Prof. Avv. Sergio Prete, Presidente dell’Autorità Portuale e Commissario Straordinario del porto di Taranto
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    Il Prof. Avv. Sergio Prete, Presidente dell’Autorità Portuale e Commissario Straordinario del porto di Taranto
  • L’attuale Molo Polisettoriale, dove opera il colosso taiwanese Evergreen
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    L’attuale Molo Polisettoriale, dove opera il colosso taiwanese Evergreen
  • Il terminal container ingrandito; nella piantina è visibile l’area in cui si concentreranno gli interventi di adeguamento
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    Il terminal container ingrandito; nella piantina è visibile l’area in cui si concentreranno gli interventi di adeguamento
  • Il terminal container ingrandito; nella piantina è visibile l’area in cui si concentreranno gli interventi di adeguamento
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    Il terminal container ingrandito; nella piantina è visibile l’area in cui si concentreranno gli interventi di adeguamento
  • Una nave portacontainer dell’Evergreen al porto di Taranto. Gli attuali fondali sono insufficienti per le grandi navi che l’Armatore taiwanese intende far arrivare a Taranto
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    Una nave portacontainer dell’Evergreen al porto di Taranto. Gli attuali fondali sono insufficienti per le grandi navi che l’Armatore taiwanese intende far arrivare a Taranto
  • L’area che sarà sottoposta ad approfondimento dei fondali
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    L’area che sarà sottoposta ad approfondimento dei fondali
  • Una panoramica delle opere previste per il porto di Taranto. A sinistra è visibile il nuovo Molo Polisettoriale e, subito a destra, il nuovo terminal contenitori del Quinto Sporgente
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    Una panoramica delle opere previste per il porto di Taranto. A sinistra è visibile il nuovo Molo Polisettoriale e, subito a destra, il nuovo terminal contenitori del Quinto Sporgente
  • Alcune immagini della futura piastra logistica. Nel progetto è compreso anche l’ampliamento del Quarto Sporgente
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    Alcune immagini della futura piastra logistica. Nel progetto è compreso anche l’ampliamento del Quarto Sporgente
  • Alcune immagini della futura piastra logistica. Nel progetto è compreso anche l’ampliamento del Quarto Sporgente
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    Alcune immagini della futura piastra logistica. Nel progetto è compreso anche l’ampliamento del Quarto Sporgente
  • La strada dei moli, fondamentale per garantire un’adeguata connessione tra il porto e la rete stradale e autostradale
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    La strada dei moli, fondamentale per garantire un’adeguata connessione tra il porto e la rete stradale e autostradale
  • La movimentazione di merci industriali al porto di Taranto
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    La movimentazione di merci industriali al porto di Taranto
  • Container in fase di carico e scarico al Molo Polisettoriale
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    Container in fase di carico e scarico al Molo Polisettoriale

I suoi poteri, però, non bastavano per far proseguire speditamente i giganteschi investimenti infrastrutturali necessari per il rilancio del porto, soprattutto dopo che l’armatore taiwanese Evergreen ha spostato, nell’Agosto del 2011, buona parte dei traffici da Taranto al suo terminal del Pireo, in Grecia. Ecco allora che, il 17 Febbraio 2012, da Roma è arrivata la sua nomina a Commissario Straordinario del porto di Taranto. Basterà? 

“Strade & Autostrade”: “Professor Prete, nel traffico merci, dopo l’emorragia subita da Taranto negli ultimi tre anni, è stata finalmente notata un’inversione di tendenza?”.
“Sergio Prete”: “Per alcuni aspetti, sì. I dati più recenti in nostro possesso, quelli di Aprile, parlano di un calo del traffico container dell’8,4%, con 15.396 TEU movimentati in un mese. Calano del 26% anche le rinfuse liquide e del 7,3% le merci varie. Bene invece le rinfuse solide, salite del 48,8%: nel complesso le merci imbarcate o sbarcate in porto sono salite del 16,8%. Trattasi di un raffronto con lo stesso periodo di riferimento del 2013. Dall’inizio del 2014 ci siamo attestati, in quattro mesi, a 9,1 milioni di t, in crescita dell’11,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Intendiamoci, non è certo il rilancio che contiamo di dare al porto di Taranto: per quello servono le infrastrutture strategiche che abbiamo programmato e che stiamo realizzando, nonché gli interventi di ambientalizzazione e ripresa degli impianti industriali”.

“S&A”: “A cominciare dall’adeguamento dei fondali e del Molo Polisettoriale destinato alla movimentazione dei container”.
“SP”: “Esatto. Salvaguardando la stabilita delle strutture a cassoni esistenti in banchina, presto provvederemo all’approfondimento dei fondali, passando dagli attuali –14,5 e –15,5 m, a 16,5 m, fondamentali per accogliere le grandi navi portacontainer fino a 14.000 TEU che i maggiori Armatori intendono far arrivare a Taranto. Per farlo, però, dobbiamo prima adeguare la banchina del Molo Polisettoriale, che deve essere in grado di ospitare gru di ultima generazione in grado di intervenire fino alla 24a fila della stiva delle navi portacontainer e di movimentare quattro contenitori alla volta. L’intervento si sostanzia nella realizzazione di un impalcato su pali (simile a quello previsto a Vado Ligure visto sul n° 93 di “S&A”, Ndr), affiancato all’esistente linea dei cassoni, che estenderà la superficie della banchina sul lato orientale. Il costo dell’opera è di 75 milioni di Euro e la durata dei lavori prevista dal cronoprogramma è di meno di due anni”.

“S&A”: “In città, però, da anni si parla della necessità di eseguire questi lavori. Sarà la volta buona?”.
“SP”: “Certamente sì. La pubblicazione del Bando di gara, con l’avvio della procedura ristretta accelerata per l’affidamento dell’appalto integrato, risale al Dicembre del 2012, ma si sono susseguiti numerosi problemi che hanno rallentato l’iter. Lo scorso anno, ad esempio, un Operatore ha presentato ricorso contro il mancato rinnovo della concessione dovuto alla necessità di delocalizzare le attività in area diversa dal Molo Polisettoriale interessato ai lavori. Poi il contenzioso è rientrato, e ora il Concessionario sta attuando il previsto spostamento alla radice del Quarto Sporgente. Nel frattempo, nel Novembre del 2013, la gara d’appalto per i lavori della banchina è stata aggiudicata in via provvisoria. A Gennaio, però, è arrivato il ricorso da parte del secondo classificato. Il ricorso è ancora pendente di fronte alla Giustizia Amministrativa e si attendono le decisioni del Consiglio di Stato per partire con i lavori. Per i lavori di dragaggio, invece, il Bando di gara è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 Maggio. Il nostro obiettivo è quello di dragare 2,3 milioni di m3 di materiale, che sarà utilizzato per una colmata che costituirà la base per l’ampliamento del Quinto Sporgente. Il costo è di 83 milioni di Euro, con lavori che dovrebbero durare due anni e mezzo”.

“S&A”: “Cosa intendete realizzare al Quinto Sporgente?”.
“SP”: “Al momento, semplicemente una cassa di colmata per i fanghi di dragaggio. Il PRP prevede la realizzazione di un nuovo terminal, più grande dell’esistente, destinato anch’esso al traffico dei container: avrà una lunghezza di 2.200 m, su una superficie di 1,2 milioni di m2. Sarà un’altra grande sfida per il porto di Taranto, per la quale sarà importante il contributo di quegli Operatori privati che vorranno investire su un porto finalmente rinnovato e con fondali adeguati”.

“S&A”: “Le opere portuali devono essere però abbinate a efficaci collegamenti stradali e ferroviari. A che punto è la realizzazione della Piattaforma Logistica?”.
“SP”: “I lavori sono in corso e termineranno entro la fine del 2015. Avremo un’infrastruttura portuale integrata dove i diversi segmenti del trasporto non saranno più suddivisi per modalità (marittima, terrestre, aerea), ma saranno inquadrati come fasi di un unico processo in un’area dotata di adeguati collegamenti diretti con la rete ferroviaria e stradale nazionale. L’area individuata per tale utilizzo è quella dell’ex Squadra di Rialzo di RFI, dismessa nel 2002. Capannoni, fabbricati, binari e manufatti in calcestruzzo armato e acciaio sono stati già tutti demoliti dal Contraente Generale Argo Costruzioni Infrastrutture Scpa, e sono già stati realizzati i primi capannoni”.

“S&A”: “E per la strada dei moli?”.
“SP”: “Anche qui i cantieri stanno procedendo, e la fine dei lavori è prevista per la metà del 2016”.

“S&A”: “Come sta influendo la situazione dell’Ilva sul traffico di rinfuse e prodotti finiti in porto?”.
“SP”: “Dal Luglio del 2012 ha influito in modo sicuramente negativo, sia sull’import di rinfuse solide che sull’export di prodotti finiti. Piaccia o no, il traffico Ilva rappresenta ancora circa l’80% di quello complessivo. Ora è necessario procedere agli interventi di ambientalizzazione per poi consolidare il traffico”.