Circa il 96% di tutte le merci che transitano nell’UE utilizzano i 329 porti marittimi considerati essenziali sia al funzionamento del mercato interno che agli orientamenti della rete transeuropea di trasporto (TEN-T).
In ogni caso, anche i porti core network presentano differenze considerevoli: nel 2012 i tre maggiori porti UE (Rotterdam, Amburgo e Anversa) contavano circa un quinto delle movimentazioni merci, in parte a causa della loro vicinanza a importanti mercati di produzione e consumo nell’Europa Nord-occidentale.
Per contro, l’attività dei nove maggiori porti del Mediterraneo negli Stati membri dell’UE, considerata nel suo insieme, includeva meno del 15 % delle movimentazioni merci totali.
Le tendenze del trasporto marittimo: le nuove infrastrutture
Nell’attuale sistema portuale mondiale sussistono importanti tendenze e/o fattori chiave (trasporto marittimo) che spesso implicano e/o richiedono ammodernamenti significativi nelle infrastrutture portuali esistenti:
- l’aumento delle dimensioni e la maggiore complessità delle navi marittime comportano incrementi di capacità di picco sia nel momento di carico che dello scarico merci;
- la sostituzione di prodotti petroliferi e raffinati con il gas e combustibili alternativi;
- aspetti di sicurezza nei porti (ingresso di sostanze chimiche o biologiche e materiali radiologici e nucleari).
Nello specifico, “l’aumento delle dimensioni delle navi”, oltre alle necessità di investimenti specifici, pone diverse problematiche sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Il loro volume di carico, considerevolmente maggiore, comporta modifiche nell’intero processo portuale, creando rischi di congestione nei collegamenti di trasporto con il tessuto economico dell’entroterra.