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Il viadotto Santo Stefano

Il riposizionamento e la messa in sicurezza dell’impalcato

Il viadotto Santo Stefano

Dall’esame si deduce come – nella fase successiva all’introduzione del vincolo sulla spalla – per effetto dell’applicazione della restante aliquota di spostamenti impressi l’impalcato tenda a ruotare intorno a detto vincolo, la cui presenza comporta una ridistribuzione delle deformazioni longitudinali degli isolatori con uno sbilanciamento in direzione Candela.

La necessità di condurre quella che è stata definita una “demolizione controllata” della veletta paraghiaia nasce dal fatto che l’eliminazione del vincolo costituito attualmente da quest’ultima comporterà l’esplicarsi di un sistema di forze uguali e contrarie alle reazioni attualmente espresse sotto l’azione del quale l’impalcato cercherà la sua nuova posizione di equilibrio.

È di tutta evidenza che se dette forze non fossero adeguatamente governate potrebbero indurre effetti imprevedibili sulla struttura, non ultimi quelli di tipo dinamico, con conseguenze facilmente immaginabili.

Per quanto sopra esposto si sono valutate le componenti longitudinale e trasversale della reazione oggi esplicata dalla veletta paraghiaia della spalla lato Matera in modo da poter dimensionare le apparecchiature necessarie alla demolizione controllata della stessa. Entrambe le forze, durante le operazioni di demolizione, dovranno essere assorbite e rilasciate gradualmente da un sistema di martinetti da ubicare tra la spalla B e le testate delle nervature della sesta campata.

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