La stima della sicurezza per i carichi eccezionali
I carichi massimi proposti dalle Norme generalmente sono previsti su due o tre assi ravvicinati. I carichi dei trasporti eccezionali riguardano invece numerosi assi e il carico viene distribuito in modo usualmente simile su ciascun asse, grazie ad opportune sospensioni idrauliche.
Trattandosi di carichi diversi per entità e per numero di assi, risulta opportuno convertire i carichi concentrati previsti dalle Norme in carichi distribuiti equivalenti agenti sulla lunghezza occupata dagli assi del mezzo eccezionale.
Facendo riferimento ad una singola campata di un ponte isostatico, si definiscono carichi equivalenti i carichi distribuiti che producono lo stesso momento flettente massimo e lo stesso taglio massimo.
Conclusioni
Il presente approccio semplificato si propone in primo luogo di fornire un criterio per verificare quando un trasporto eccezionale su un numero elevato di assi sia compatibile con quello previsto dalle Norme vigenti all’atto della costruzione del ponte.
Il lavoro intende poi mettere in evidenza alcune criticità conseguenti a danni come quelli rilevati su alcuni dei circa 60 ponti esaminati recentemente dagli Autori, criticità che riguardano soprattutto i meccanismi resistenti al taglio.
Alcuni indicatori, quali per esempio le lesioni inclinate, la corrosione delle armature e il distacco del copriferro in prossimità degli appoggi, oppure segni di corrosione nelle mensole gerber, possono corrispondere a un pericoloso decadimento della capacità portante, con il conseguente rischio di collasso fragile, di natura locale e senza preavviso.