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Classificazione dei ponti: le linee guida del Ministero

Una svolta verso la qualificazione dei servizi di ingegneria

Classificazione dei ponti: le linee guida del Ministero

Classificazione dei ponti: le linee guida del Ministero

Il tema infrastrutturale ricorre spesso fra le strategie industriali dichiarate di prioritario interesse nazionale; il problema del suo rilancio, sia nell’ambito della costruzione di nuove opere che nell’ammodernamento delle reti esistenti, negli ultimi anni è comparso più di una volta nel dibattito politico, raccogliendo quasi sempre unanime giudizio sulla sua inderogabilità.

Ai ripetuti annunci di ingenti piani di investimento dedicati allo scopo non sono però seguite proporzionate e conseguenti linee di azione, il che ripropone ogni volta, e con sempre maggiore urgenza, il problema di una rete infrastrutturale inadeguata a supportare un nuovo ciclo di sviluppo per il Paese.

Per convincersi della necessità di progettarne un ammodernamento, attualizzato ai contesti ambientali e socio-economici profondamente mutati dal Dopoguerra ad oggi, basta considerare che la gran parte della nostra rete infrastrutturale viaria e ferroviaria (limitandosi ai soli ponti, solo quelli censiti ammontano a oltre 60.000) è stata realizzata prima degli anni Ottanta, durante il ciclo economico espansivo della ricostruzione post-bellica.

Affrontare un programma di tale portata implica naturalmente molteplici problematiche, in particolare:

  • acquisire conoscenza e consapevolezza sullo stato attuale delle infrastrutture;
  • classificare le opere in base a criteri di gestione del rischio, al fine di determinare le priorità di intervento in un quadro di risorse limitate.
Ponti
1. (photo credit: www.ytimg.com)

Per la filiera industriale delle costruzioni vi sono però oggi nuovi argomenti a favore di un motivato ottimismo circa l’avvio di un ciclo virtuoso di investimenti nel settore, uno dei quali è senz’altro un quadro normativo aggiornato ed innovativo che, solo negli ultimi due anni, si è completamente ridefinito con:

  • il DM del 17/01/2018 (o NTC 2018) e la relativa circolare n° 7 del 21/01/2019;
  • il Decreto Ministeriale n° 430 del 08/10/2019, recante istruzioni e modalità di funzionamento dell’AINOP (Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche);
  • le Linee Guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti, predisposte dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Quest’ultimo documento in modo particolare rappresenta un passaggio tecnico-normativo, per certi aspetti anche culturale, molto importante.

L’impostazione delle Linee Guida si fa apprezzare infatti per un approccio:

  • rigoroso scientificamente, in quanto nei lavori di stesura sono state coinvolte molte delle migliori competenze nazionali in materia;
  • organico, per la sua integrazione, nei metodi e nei principi, con le NTC 2018 e la Circolare n° 7;
  • pragmatico e di visione, poiché ispirato dalla razionale e consapevole presa d’atto che, per un patrimonio infrastrutturale vastissimo come il nostro, è impensabile programmare ed attuare una strategia di messa in sicurezza senza disporre preliminarmente di una classificazione del rischio elaborata con criteri scientifici.

Tra gli aspetti più innovativi contenuti nelle Linee Guida, meritano una particolare menzione quelli di seguito riportati:

  1. L’analisi multilivello è articolata in sei fasi, che possono raggrupparsi – per esigenza di sintesi – come di seguito:
  • censimento e ispezione (livelli 0 e 1), basati sulla raccolta di tutte le informazioni più rilevanti e disponibili per ogni opera (documentazioni disponibili a livello documentale, archivistico e di banche dati territoriali) integrate con le evidenze provenienti da un prima campagna di ispezioni visive in situ, volte a rilevare lo stato di conservazione della struttura, i relativi fenomeni di degrado-difettosità apprezzabili in una prima indagine, e le potenziali condizioni di rischio associate a fattori anche ambientali (frane, azioni idrodinamiche);
  • determinazione di una classe di rischio per l’opera, meglio definita come classe di attenzione (livello 2), determinata sulla combinazione di fattori di pericolosità, vulnerabilità e rischio, utile all’assegnazione di un ordine di priorità di intervento nella programmazione delle successive indagini;
  • definizione delle ulteriori attività di approfondimento, verifica e controllo che vanno dalla verifica preliminare (livello 3) alla verifica accurata (livello 4) fino al monitoraggio (livello 5).
Classificazione dei ponti
2. (photo credit: www.ediltecnico.it)
  1. la riformulazione dei concetti di sicurezza e adeguatezza per un ponte, reinterpretati ed estesi con valutazioni che tengono conto anche delle condizioni di utilizzo e del livello di sorveglianza a cui l’opera viene sottoposta; del tutto nuove, in questo senso, sono le definizioni di operatività e transitabilità di un ponte, ognuna legata ad un orizzonte temporale diverso (tre e cinque anni rispettivamente) entro cui il Proprietario o il Gestore deve intervenire con opportuni lavori e che fanno evolvere il concetto di adeguatezza rispetto ai criteri precedenti, limitati all’aspetto normativo;
  2. infine, le attività di monitoraggio strutturale, che integrando i dati provenienti dalle procedure di sorveglianza tradizionale (ispezioni visive) con quelli derivanti dall’utilizzo di sensori e software per la relativa interpretazione, traguardano l’obiettivo nel medio lungo termine di una rappresentazione non più istantanea, bensì dinamica, dello stato di salute della rete infrastrutturale nazionale.

Nuovi requisiti, competenze e qualificazioni per il settore dei servizi di ingegneria

Il nuovo impianto normativo, grazie ad una visione ampia e organica di tutti gli aspetti riguardanti la sicurezza e l’adeguatezza di un’opera, ha l’ulteriore merito di ridisegnare conseguentemente un nuovo quadro di regole e strumenti che avrà l’effetto di responsabilizzare e qualificare tutti gli attori coinvolti:

  • i Proprietari e i Concessionari di reti, che si ritrovano nelle nuove disponibilità una guida scientifica per la costruzione di una conoscenza più responsabile e consapevole del patrimonio in gestione e, soprattutto, uno strumento per l’assunzione di decisioni di breve, medio e lungo termine;
  • l’Ente controllore (che dal Decreto Genova del 2018 è individuato nell’Agenzia ANSFISA), che può ora contare su una metodologia e procedura finalmente uniformi, su cui misurare la compliance delle attività dei Gestori di rete;
  • infine, il settore degli operatori economici e fornitori di servizi tecnici di ingegneria, che è chiamato ad uno scatto inevitabile verso l’integrazione delle competenze e della specializzazione delle stesse in ottica multidisciplinare.

Conclusioni

Lo scenario nuovo può dirsi senz’altro virtuoso e sfidante, tanto per i Gestori di infrastrutture quanto, soprattutto, per i fornitori di servizi tecnici; l’assunzione consapevole di responsabilità da parte dei primi avrà necessariamente bisogno, infatti, di una controparte di mercato capace di garantire un’offerta tecnica multidisciplinare, dotata di specializzazioni tecnologiche e competenze professionali adeguate.

Il settore delle Società di ingegneria e degli Enti terzi di controllo, d’altra parte, non manca di punti di riferimento nazionali in tal senso, alcuni dei quali già affermati da tempo anche a livello internazionale, ed in particolare proprio nel settore delle infrastrutture.

Finco
3.

Tra quelli rappresentati in Finco, ad esempio, l’Istituto Italiano della Saldatura, con le sue Società IIS Progress, IIS Service e IIS CERT, ha sviluppato sin dalla sua nascita l’integrazione orizzontale delle competenze tecniche coinvolte nelle fasi di progettazione, realizzazione, manutenzione e monitoraggio delle strutture e impianti, in svariati ambiti industriali: dal petrolchimico al ferroviario, dal civile al meccanico.

Tra le specializzazioni del gruppo vi sono, in particolare, quella dell’applicazione di metodologie di studio basate su criteri di valutazione del rischio, con una pluridecennale esperienza nel campo degli impianti ad elevato impatto ambientale, e quella della consulenza alle Imprese, alle Direzioni Lavori e ai Gestori di infrastrutture nella progettazione e diagnostica delle opere civili.

Il gruppo, che può contare su Professionisti ed Esperti di competenze certificate secondo schemi accreditati nazionali ed internazionali, con il suo lavoro copre sostanzialmente tutto il ciclo di attività disegnato dalle Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, fino a consulenze tailor made per i propri Clienti (privati e pubblici) su problematiche di particolare complessità tecnologica e ingegneristica.

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