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La ristrutturazione dello svincolo di Lambrate sulla Tangenziale Est di Milano

Storia, dal progetto alla realizzazione, di un intervento a lungo atteso di riqualificazione viabilistica e trasformazione degli spazi periurbani che tutela le utenze deboli con un occhio al pregio architettonico

La ristrutturazione dello svincolo di Lambrate sulla Tangenziale Est di Milano

La viabilità secondaria

Per eliminare le interferenze tra la viabilità dello svincolo e le strade che danno accesso al cimitero di Lambrate, all’Istituto scolastico Sacro Cuore, al piccolo conglomerato urbano di Via Ofanto, strada rimasta senza collegamento alcuno dopo la riqualifica della Via Rombon, nonché per riconnettere le cascine agricole esistenti a Sud della Via Rombon e il nuovo quartiere di Via Rubattino (Via Caduti di Marcinelle) vennero pensati due nuovi assi locali di interconnessione in Via Canelli e in Via Ofanto.

I viadotti di svincolo

La soluzione che fu adottata per i tre viadotti di svincolo “Rampa D”, “Rampa G” e “Rampa F” partiva dal presupposto di riproporre formalmente la soluzione architettonica a stampelle con intradosso a spessore variabile in aderenza, per quanto possibile, alla struttura formale dei viadotti esistenti del viadotto dei Parchi, come noto progettati dall’Ing. Silvano Zorzi negli anni Settanta. In tal senso, il progetto esecutivo propose una soluzione completamente gettata in opera esattamente congruente a quella originaria. Durante i lavori si pose peraltro il problema di ridurre i tempi di esecuzione ottenendo nel contempo un prodotto finale di migliori caratteristiche complessive. Tra le varie prospettate dall’appaltatore si scelse la soluzione di prefabbricazione proposta dalla PAC Srl di Fara Vicentino (VI) che prevedeva l’utilizzo di una tecnologia di composizione in opera di elementi prefabbricati in calcestruzzo precompresso a cavi pre-tesi in stabilimento, successivamente solidarizzati per mezzo di precompressione in opera con cavi e barre post-tese.

Le gallerie artificiali in falda

Per le strutture dei gusci in c.a., progettate per garantire impermeabilità con falda di progetto fino a 112,00 m s.l.m., si adottò il sistema della cosiddetta “Vasca Bianca” che prevede la realizzazione, per i rivestimenti definitivi e le vasche volano, di calcestruzzo impermeabile da abbinarsi all’utilizzo di canali iniettabili con resine acriliche, sia per l’induzione controllata delle fessurazioni che per i giunti di dilatazione. A differenza dei sistemi tradizionali, tale tecnologia consente inoltre la “ripresa” e la riparazione a posteriori di zone nelle quali – per difetto di esecuzione o disomogeneità di materiali – si dovessero evidenziare problematiche di insufficiente impermeabilità o di vere e proprie infiltrazioni.

La pista ciclopedonale

Il percorso pedonale e ciclabile di collegamento posto tra Via Rombon lato Milano e la S.P. 103 “Cassanese” lato Segrate si pose fin dall’inizio come elemento eccentrico rispetto al resto dell’intervento. A motivo di tale differenza programmata vi fu la necessità di catturare l’attenzione, di essere elemento che susciti curiosità e interesse: la diversità venne identificata come condizione primaria per una buona riuscita. Il progetto di sistemazione del nodo nel suo complesso portava a un sistema molto più articolato del precedente, in cui i percorsi di traffico pedonale e ciclabile dovevano trovare una loro ricollocazione logica e funzionale, ricollegando le due zone di Lambrate separate dalla presenza della Tangenziale. È stato giocoforza necessario arrivare alla progettazione di un’opera caratterizzata da un andamento plano altimetrico molto sinuoso. La pista ciclopedonale è quindi pensata quale elemento di arredo urbano. Il sistema di rampe, i due ponti a travatura reticolare con gli elementi murari a setto, la scala di collegamento con l’Istituto del Sacro Cuore, la “foresta” dei piloni del viadotto, valorizzata con un insieme di lampade a doppia emissione che, invece di camuffare e celare, enfatizzano e rendono ragione anche formale alla parte nascosta del viadotto dei Parchi, l’illuminazione a LED inserita nei tubolari corrimano, sono tutti elementi che concorrono a conferire una forte caratterizzazione al sito.