Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

J.F. Klein e il terzo ponte sul Bosforo: un’opera ingegneristica incomparabile

Il Progettista Jean-François Klein, che ci ha lasciati il 25 Aprile 2018, ci insegna come il successo si raggiunga grazie all’equilibrio tra un approccio ingegneristico strutturale e funzionale e una forte valenza architettonica per un’icona a livello mondiale

J.F. Klein e il terzo ponte sul Bosforo: un’opera ingegneristica incomparabile

I requisiti

Proprio perché era chiaro che questo ponte sarebbe dovuto diventare un’icona, le Autorità turche del KGM, sin dal Bando di gara, avevano sottolineato l’importanza dell’aspetto estetico oltre che di quello funzionale.

Infatti, i principali requisiti e punti qualificanti in fase di gara erano:

  • una luce minima della campata centrale di 1.275 m in considerazione dell’ubicazione dell’opera sul Bosforo,in adiacenza del Mar Nero, con evidenti necessità di rispettare la navigabilità dello stretto già limitata da anni al senso unico alternato;
  • un ponte con due carreggiate di quattro corsie oltre a due binari dell’Alta Velocità e due marciapiedi di servizio;
  • il ponte avrebbe dovuto essere sospeso;
  • l’estetica avrebbe dovuto essere un paramento essenziale in fase di aggiudicazione: infatti, il ponte avrebbe dovuto essere in linea con l’eleganza dei due ponti esistenti sul bosforo, entrambi stradali, eseguiti rispettivamente nel 1973 e nel 1988;
  • il ponte avrebbe dovuto essere eseguito in 36 mesi, oltre ai sei mesi di preparazione.

Un’idea vincente

Combinare i requisiti in un’opera elegante ed efficiente è stata una sfida che Jean-François e Michel Virlogeux hanno portato a termine in fase di gara in sole due settimane, creando una struttura che per eleganza non ha simili nel mondo.

Si è partiti dal concetto di un ponte sospeso simile a quelli esistenti a Istanbul, direttamente ispirati dal ponte Severn realizzato nel 1966 in U.K. e che è stato il primo ponte sospeso con impalcato aereodinamico costituito da un cassone ortotropico.

Nel caso del terzo ponte sul Bosforo, dovendo supportare gli elevati carichi concentrati della ferrovia, si è deciso di aggiungere degli stralli nelle zone adiacenti i due piloni in modo da trasferire questi carichi ai piloni stessi. Si è così creato un ponte “ibrido”, in parte sospeso e in parte strallato.

Il risultato finale è impressionante: un ponte elegante, un simbolo perfettamente inserito nel contesto locale già diventato la nuova icona del collegamento fra due continenti in prossimità di una città come Istanbul in continua espansione.